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Paralympic story: Federico Messori e la Nazionale italiana di calcio amputati

Creato il 11 dicembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

 

NAZIONALE AMPUTATI
Francesco Messori dagli amici è chiamato Messi. Ha incontrato Lionel (lo scorso aprile a Milano, quando il Barça dei fenomeni  è venuto a giocare contro il Milan in Champions) e come Lionel gioca a calcio. Fin qui, parrebbe una storia come tante altre, dopotutto, quale bambino non insegue una palla che rotola? Francesco però è nato senza una gamba (la destra, senza nessun appoggio per innestare una protesi poiché disarticolato) e per giocare a calcio deve per forza fare ricorso a una stampella. Malgrado tutto, non si è mai arreso e ha continuato a giocare sui campi di Correggio (“Diventerò più famoso del Liga” è il motto di Francesco) ma non ha mai potuto disputare una partita ufficiale, poiché il regolamento glielo impedisce.

Da qui l’idea di lanciare un appello affinchè anche l’Italia possa avere la sua squadra di amputati: il primo passo è stato fatto con la creazione su Facebook del gruppo “Calcio amputati Italia”, come racconta lo stesso Francesco: “Ho fondato un gruppo su Facebook: Calcio Amputati Italia. Sono cominciati i contatti con i primi giocatori. Quando il presidente del Csi ci ha consegnato le maglie ero più emozionato dell’anno scorso. Vorrei fare il capitano, non sul campo, mi basta quello onorario”.

Assieme a lui giocano altri uomini e ragazzi tutti accomunati dal destino di dover vivere con una sola gamba: chi per un incidente (come Luca), chi per una malattia (come Stefano, che a 11 anni si è trovato a lottare contro un tumore), chi è così dalla nascita.; l’unico diverso è il portiere che è amputato di un braccio; ragazzi che malgrado la disabilità non hanno mai voluto lasciar morire la loro passione per il calcio, così come racconte sulle pagine del sito un componente la squadra, Emanuele Leone: ”Dopo l’incidente uscivo di casa da solo, con il pallone, mi sedevo sulla panchina, facevo due palleggi, mi riposavo, poi ripartivo. Mi riemttevo per terra, provavo a palleggiare…una passione infinita…”  Tutto questo è stato possibile grazie al CSI (Centro Sportivo Italiano) e al suo presidente, Massimo Achini che, venuto a conoscenza della storia di Messi si è da subito attivato perché potesse realizzare il suo sogno: “Le regole si devono cambiare a favore della vita”, ha detto e così Francesco ha dapprima disputato il torneo del CSI e poi ha avuto l’occasione di realizzare il suo sogno di allestire una formazione. Inutile, purtroppo, dire che in Italia si arriva con grave ritardo e ancora una volta grazie ad un’iniziativa che parte dal basso, addirittura da un quattordicenne: in paesi come Francia e Germania esistono veri e propri campionati di categoria e vi è persino una federazione mondiale, la WAF (World Amputee Football).

Ma tant’è, meglio tardi che mai! Ora la Nazionale di Calcio Amputati ha un proprio sito internet dove informarsi su tutte le iniziative e i progetti portati avanti, compreso il torneo di  “Un  calcio a modo mio” di cui sono già state disputate quest’anno due edizioni: la prima a giugno, dove se  ragazzi hanno giocato uno ciascuno in sei squadre di giocatori normodotati; la seconda a settembre, stavolta i ragazzi amputati erano dieci e han potuto giocare in una squadra tutta loro. Il prossimo step sarà quello di organizzare i primi incontri internazionali: ad aprile è già stato fissato un incontro in Francia, mentre i primi contatti sono stati presi anche con la federazione tedesca e inglese e persino giapponese.

OA | Alessandro Gennari


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