Parco Foreste Casentinesi
E’ il parco ideale per gli amanti delle foreste, dei boschi e dei paesaggi da sogno. Stiamo parlando dell’area protetta o delle aree protette comprese nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. L’area è situata tra i monti della Romagna e della Toscana, in un paesaggio fatto di foreste, pareti rocciose ed esemplari florofaunistici di particolare interesse. Visitare il Parco delle Foreste Casentinesi significa immergersi in un paesaggio dalle origini e dalla cultura millanteria, dove la vegetazione si intreccia a borghi di rara bellezza e certamente da vedere e ammirare. Il territorio è costellato da sentieri e santuari ricchi di fascino e di storia. Tra i più noti santuari del Parco citiamo Camaldoli e La Verna.
Caratteristiche

Storia
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è stato ufficialmente istituito nel 1993. La denominazione completa del Parco comprende anche il Monte Falterona e il piccolo borgo di Campigna. Segni dell’antropizzazione del Parco si hanno già nell’antichità, con i primi insediamenti Etruschi. Questa remota civiltà italiana colonizzò proprio le foreste del Parco per usare la legna e farne oggetto di commercio e di sostentamento economico. I prati dei boschi alimentavano anche la pastorizia e l’allevamento, che per secoli furono le principali attività economiche degli antichi abitanti del Parco. Con l’arrivo dell’epoca moderna e poi del XX secolo, le foreste casentinesi si andarono via via spopolando fino a rimanere completamente deserte. La storia recente del Parco, ovvero quella relativa agli anni ’60 e ’70 del Novecento, è caratterizzata da un enorme flusso migratorio dei contadini e degli allevatori verso le fabbriche del Nord. Questa emigrazione rientra nel ben più importante flusso migratorio che interessò l’Italia negli anni immediatamente successivi al boom economico.
Flora e fauna
La flora e la fauna del Parco rivestono un particolare interesse naturalistico. Si tratta, infatti, di specie endemiche, cioè tipiche delle zone forestali. La flora è caratterizza dalla presenza di faggi, abeti, aceri, frassini, tiglio selvatico e olmo montano. La presenza tra una specie arborea e l’altra varia in base all’altitudine. Alcuni arbusti crescono infatti sopra i 1000 metri, altri, ad altitudini inferiori. Intorno ai 900 metri si trovano infatti querce e latifoglie. Presenti anche i castagneti. Man mano che si scende con le altitudini, gli alberi cedono il passo ai cespugli a radure erbose ricche di specie di montagna, tra cui la rosa subalpina e selvatica, il mirtillo, il prugnolo, il biancospino, il ginepro selvatico e il sanguinello. Tra le specie vegetali tipiche del Parco, anche la genziana, l’anemone, la sassifraga a foglie opposte e la viola di Eugenia. La fauna del Parco è rappresentata da mammiferi, uccelli, anfibi e rettili. Tra i primi spiccano daini, cinghiali, caprioli, cervi e mufloni, mentre tra i secondi, l’aquila reale, il picchio, l’allodola, il falco pellegrino, il barbagianni e la civetta. Tra gli anfibi troviamo il tritone, la salamandra e l’ululone dal ventre giallo, mentre tra i rettili, la biscia, il biacco, il colubro e la vipera.
Come visitarlo
Il Parco delle Foreste Casentinesi consente di fare delle interessanti escursioni tra sentieri, santuari e foreste. I più importanti si possono visitare a piedi. Percorribili a piedi sono infatti le faggete, il bosco che porta al santuario di Camaldoli, Campigna, il sentiero del Sacro Monte De La Verna e Acquacheta, la valle e la cascata ricordate da Dante nella Divina Commedia. Le escursioni a piedi si effettuano in un arco di tempo compreso tra una e tre ore. Tra i centri da visitare ricordiamo anche il Giardino Botanico e il Museo Ornitologico di Camaldoli. I luoghi da visitare sono aperti durante le festività natalizie e pasquali, quelli di Bagno di Romagna, Badia Prataglia e Santa Sofia, sono invece aperti tutto l’anno.
