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Parentesi di serendipità

Creato il 18 maggio 2021 da Annalife @Annalisa
Parentesi serendipità

È successa una cosa strana (per capire la quale bisogna aver letto l’articolo precedente): qualche settimana fa, sono entrata fortunosamente in possesso di un libro intitolato Il mondo prima della creazione dell’uomo, di Camillo Flammarion, che in realtà si chiamava Camille, essendo francese, ma Camillo è il nome che compare sulla copertina.

Un testo curioso del 1886, pieno di illustrazioni, che ho trovato venduto tra i libri antichi con copertina in mezza pelle con titoli in oro eccetera. La mia copia, invece (che ora non so bene di quando fosse, perché non ce l’ho più) ha, aveva, una copertina di carta, a colori.

Fatto sta che oggi ho preso quel libro, è arrivata la persona cui volevo darlo (naturalista, biologo, etologo, insomma, uno interessato) che lo ha sfogliato. Mentre sfogliava, mi è venuto in mente quando, leggendo La Belgica e cercando di districarmi tra i vari ufficiali e sottufficiali, ho pensato che si assomigliassero tutti, e non per un capriccio del disegnatore, no. Il fatto è che erano tutti di capelli scuri con baffoni. Così, quando il naturalista, ringraziando (prego) ha aperto le prime pagine e ho visto il ritratto di un uomo scuro con i baffi, ho pensato: ecco, di nuovo. Poi mi sono avvicinata (perché senza occhiali non vedo più nemmeno la trave nei miei occhi, figuriamoci la pagliuzza negli occhi degli altri o, come in questo caso, i lineamenti di una foto ottocentesca) e mi sono detta: eh, ohibò, sono davvero tutti uguali, questi qui.

E poi ho chiesto: ma come si chiama ‘sto tizio della foto? E il naturalista, provvisto di occhiali, mi ha detto: si chiama… E qui l’ho fermato perché ho avuto un lampo di consapevolezza, di coincidenze della vita, di serendipità intesa non come colpo di fortuna ma come: ho fatto per caso una felice scoperta che non avrei fatto se ieri non avessi letto della Belgica e della compagnia. E ho detto: ‘sto tizio si chiama de Gerlache!

Ed era vero. La foto del baffuto ottocentesco era precisa identica a quella del diario Il viaggio della Belgica Al polo Sud! E da tutti questi punti esclamativi si vede la mia sorpresa nel rilevare qualcosa, e quel qualcosa, in modo del tutto casuale durante una conversazione che stava parlando di tutt’altro. Così, dapprima ho pensato: se l’altro ieri non avessi letto La Belgica, e se ieri non avessi ricevuto il diario di bordo di de Gerlache, e se oggi non avessi regalato questo libro e se non fosse stato sfogliato, questa tremenda sincronia, coincidenza, corrispondenza e concomitanza di notizie e facce sarebbe andata persa.

un, due

La seconda cose che mi è venuta in mente, invece, è stata: ma guarda questo de Gerlache, che se ne va a spasso per l’Antartide e poi si occupa del mondo prima della creazione dell’uomo! Che tipo. E ho chiesto di poterlo guardare da vicino, quel ritratto, perché ancora non ero proprio convinta, e invece era proprio lui, e sotto c’era ben scritto: Il comandante Adriano de Gerlache capo della spedizione antartica belga. E mentre mi chiedevo che cosa c’entrasse il capo della spedizione antartica belga con il mondo prima della creazione dell’uomo, quel ritratto si è staccato e mi è rimasto in mano. E non perché io avessi rovinato un volume di fine Ottocento, ma perché quella pagina non c’entrava niente con il mondo prima di eccetera. Era lì per caso, era scivolata lì dentro e lì stava buona buona anche se non era il suo posto. Chissà, magari tra le centinaia di volumi tra i quali io avevo pescato il libro di Flammarion, da qualche parte c’era anche il libro della spedizione della Belgica che aveva perso la foto del suo autore; o forse c’era un altro libro che per qualche motivo si interessava di de Gerlache, chi lo sa di nuovo. Fatto sta che adesso io non ho più il libro di Flammarion, che è in buone mani, e ho due ritratti del capitano: uno al sicuro dentro il suo libro, e uno, con lievi fioriture (come dicono i siti dei libri antichi) appeso qui davanti a guardare qualcosa di lontano.

Che storia.


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