E’ di questi istanti l’approvazione al senato argentino della legge che consente il matrimonio tra gay.
Altri numerosi paesi l’hanno già fatto prima di questo (vedi l’Olanda, la Gran Bretagna, la Francia, la Spagna, la Scandinavia, la Germania, lo stesso Portogallo e cinque stati degli Stati Uniti d’America) , ma questo è il primo stato non proprio diremmo anglosassone ed avanzato che nonostante una profonda tradizione cattolica riesce a compiere la svolta, riesce a decidere un significativo cambiamento.
Aldilà delle considerazioni personali legate a sentimenti religiosi e filosofici assolutamente fuori discussione, approvo pienamente la scelta di questo governo di aprirsi all’evoluzione del sentimento comune; è sempre un segno di coraggio e di intelligenza ammettere che ci possono essere nuovi contenuti nei legislamenti e nelle riforme ad essi connesse.
E’ sempre l’antica ed eterna ricerca della verità che mi guida e che mi fa riflettere su tutto quanto accade; per ogni traccia di novità e di progresso come un bastardo bastian contrario io mi chiedo “E’ questo un reale avanzamento del sapere e dell’essere civile?” e di fronte ad ogni conquista in apparenza scandalosa ed offensiva del comune senso del pudore io mi domando “E’ questo un vero scandalo o piuttosto non lo è di più continuare a non volere vedere, a non volere capire, a non volere denunciare…?”
Difficile ed ardua, se non pericolosa, la ricerca del vero. Se il mondo apparente ci ha completamente rinunciato, i mondi reali e sotterranei del sapere, della ricerca, della condivisione e del confronto non ci rinunciano per nulla, anzi, ognuno si tiene stretta tra le dita le sue scheggie fragili e minuscole di certezza non per sbandierarle come parole inviolabili, non per imporle a chi non ha nemmeno più uno spiraglio di cervello pensante, ma per ripensarle, rimeditarle, riviverle, ricontestualizzarle…
Solo quando sento di notizie strazianti e vergognose mi scandalizzo sul serio, solo di fronte agli innumerevoli atti di riduzione in schiavitù mi sorge spontanea e determinata ogni parola possibile ed anche impossibile di condanna senza mezze misure.
Certo, anche qui lo sdegno ormai serve a ben poco; sarebbe meglio prendere una posizione operativa e coerente, sarebbe più utile pensare ad azioni di dissenso reale e non solo virtuale…ma già nella vita quotidiana ci viene data l’effettiva possibilità di dimostrare la nostra credibilità.
Ogni nostro gesto, ogni nostra parola, che lo si voglia o che non lo si voglia, parla di noi e per noi.
Maledirei ogni giorno futuro che mi attende di vivere se pensassi che non c’è possibilità di giustizia in questo mondo di marmellata che ci è dato di condividere.
Credo in una sorte di bilancia naturale che in qualche modo deve compensare i troppo mali di troppe persone con la troppa fortuna di certe altre, minoritarie…difficile pensarlo, lo ammetto, se ci si sofferma all’analisi dell’immediato e se non ci si mette nell’ottica dell’attesa, della maturazione, del lento crogiolo inteso come indiscutibile prova del fuoco.
E per finire viva l’Argentina che ha dimostrato d’essere più evoluta di noi italiani, ancora bacchettoni, ancora bigotti, ancora ipocriti falsi e borghesi…