Parigi è una festa, come scrive Hemingway, una città in continuo fermento culturale e artistico capace di lasciarti a bocca aperta con i suoi boulevard alberati, i suoi ponti illuminati da lampioni in ferro battuto, i suoi monumenti simbolo e la sua atmosfera romantica!
Tre giorni sono pochini per visitarla, ma io e Domenico – mio paziente fidanzato – ci abbiamo provato, macinando tanti chilometri a piedi e provando a visitare Parigi con mezzi alternativi come i Batobus.
Dopo un approfondito studio degli arrondissements di Parigi, scegliamo di alloggiare nel Quartiere Latino, uno dei più famosi e vivaci della città che vive intorno alla sua università, la Sorbona. Ricca di localini e fast-food, è diventata una zona molto turistica, come la maggior parte dei quartieri di Parigi, ma in alcuni punti conserva ancora intatto il fascino della sua storia. Un esempio? La rue Mouffetard – la “Mouff” – così chiamata per l’odore sgradevole (la “mofette“) proveniente dalle botteghe che erano concentrate in questa viuzza stretta e in pendenza. È una delle stradine più pittoresche di Parigi, ricca di elementi che la legano al Medioevo come le facciate delle abitazioni con affreschi e bassorilievi, le vecchie insegne delle botteghe, i nomi delle strade, i suoi cortiletti… insomma, un vero gioiellino!
Un’altra attrazione del Quartiere Latino è il Pantheon, edificio neoclassico commissionato come abbazia da Luigi XV che, terminato nel 1789, venne trasformato subito in un mausoleo. Al suo interno riposano circa 80 personaggi illustri fra i quali spiccano Victor Hugo, Voltaire ed Emile Zola.
Ritornando indietro e spostandovi verso le sponde della Senna, vi imbatterete nella Grande Mosquée de Paris, costruita tra il 1922 e il 1926 in uno stile fra l’art déco e il moresco. Rimarrete impressionati dai magnifici cortili interni ricchi di una vegetazione lussureggiante e dal suo minareto quadrato di stile magrebino alto 26 metri. La moschea comprende anche una sala da té, Le Café Maure, dove ci siamo concessi una pausa sorseggiando té alla menta e pasticcini tipici del Nord Africa come il kataifi e la baklava.
Ultima tappa della nostra esplorazione del Quartiere Latino è stato il Jardin des Plantes, i giardini botanici di Parigi realizzati nel 1626 per volontà di Luigi XIII. Oltre ad essere un luogo di studio rappresenta una magnifica area verde tutta da esplorare.
Dopo una bella passeggiata tra le aiuole, i fiori e le piante arriviamo alla fermata del Jardin des Plantes e prendiamo un Batobus, un vero e proprio autobus fluviale che ci porterà alla Tour Eiffel, monumento simbolo di Parigi progettato da Gustave Eiffel, nata come struttura temporanea dell’Exposition Universelle del 1989 ma che grazie alla sua popolarità non venne più smantellata e divenne elemento permanente del profilo della città.
Approfittando della bella giornata, prima della visita alla famosa torre decidiamo di fare un picnic panoramico sui prati del Parc du Champ de Mars, che si estendono intorno alla base della Tour Eiffel e che offrono uno spettacolo davvero suggestivo. Un luogo ideale qualche foto divertente!
Dopo pranzo, coraggiosi come non mai, scartiamo l’opzione ascensore e scegliamo di salire a piedi per ben due piani su tre della Tour Eiffel… quanti scalini e che fatica! Ma alla fine siamo stati ripagati dalla vista mozzafiato che abbraccia tutta la città.
La sera stessa ritorniamo a visitare la Tour Eiffel. Di notte è un incanto, illuminata allo scoccare di ogni ora – per ben dieci minuti – da 20.000 luci dorate che si accendono a intermittenza creando uno scintillio davvero suggestivo.
(Il viaggio a Parigi continua…)
valentinamc
Sono sarda e ho studiato un po’ a Valencia e un po’ a Siena, ma ora vivo a Milano per lavoro. Adoro viaggiare, fotografare e scrivere ciò che vedo e soprattutto assaggio. Scrivo anche su enogastronovie.it, dove io e una mia amica raccontiamo le bellezze dell’Italia e le sue eccellenze enogastronomiche. Qual è mio viaggio tipo? Zaino in spalla, passeggiate nella natura e degustazione di prodotti tipici regionali. Piacere di conoscervi!
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