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Parigi-seconda parte.

Da Melagranata

Parigi è … le Marais e dintorni: consigli per gli acquisti e una cena al bistrot.

Parigi-seconda parte.

Ci sarà un motivo, per il quale a Parigi puoi affittare una bicicletta praticamente ovunque e a basso prezzo? Si c’è. E’ che le distanze sono infinite, le strade lunghissime e tu, guardando la cartina, dici vado da qui a qui, ma poi sono praticamente 4 km. Passo da alpino e ci impieghi un’ora. Se conti le soste davanti alle vetrine, le curiosate nei negozi, le pause café, le deviazioni perché di qua c’è un negozietto, che mi han detto le amiche di blog che è imperdibile… ecco, allora contatene quattro, di ore!
Ma quel negozietto vale davvero la, piccolissima, deviazione.

Parigi-seconda parte.

Izraël , 30 rue Francois Miron, è un’épicerie. Che poi, detto così, è una bugia: Izrael è un regno.
L’ingresso del negozio lo fa sembrare un piccolo bar-tabacchi di provincia: fate un altro passo e oltrepassate la soglia.
Ecco, siete entrati in un universo parallelo: è il regno incantato di spezie e prodotti esotici, una bottega degli anni’30, la caverna di Ali Babà… tra le granaglie nei sacchi, i barattoli colorati e le spezie appese ad appigli improbabili scorrono rivoli di profumi, aromi inebrianti, parole di lingue diverse; si intrecciano salumi e consigli, si scontrano mani e sorrisi.

Parigi-seconda parte.

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Parigi-seconda parte.

Parigi-seconda parte.

Parigi-seconda parte.

Parigi-seconda parte.

Parigi-seconda parte.

Parigi-seconda parte.

Parigi-seconda parte.

Usciamo a malincuore e ritorniamo su Rue de Rivoli. Un consiglio: se avete con voi una figlia adolescente, non, ripeto NON, percorrete quella strada.
Rue de Rivoli è un attentato: alla vostra pazienza e al vostro portafoglio: praticamente ci sono tutti i negozi che possono attirare una giovanetta in buona salute: scarpe, pigiami, abiti e maquillage… c’è tutto. Tutte le marche, i colori, le forme che vanno di moda tra i ragazzi, i jeans e le borse, il vintage e l’ultimo-modello-di-qualsiasi- cosa Rue de Rivoli ce l’ha. Quindi cercate percorsi alternativi, o lasciate ogni speranza…
Se siete riusciti a sfuggire al fascino discutibile dei nomi della grande distribuzione, entrate nel cuore del Marais, prendendo una delle tante strade e stradine che da Rue de Rivoli risalgono verso les boulevards. Fermatevi in Place des Vosges, anche se negli anni passati l’avete già visitata: il suo fascino è incantato e mutevole, ogni volta è una scoperta e un’emozione.
E poi girate tra le piccole vie di questo quartiere bellissimo, che nel ’500-’600 ha conosciuto il suo splendore con la costruzione, da parte della nobiltà parigina, di una serie di splendidi  hôtel particulier, ancora oggi presenti, sfuggiti alle demolizioni e riqualificazioni ottocentesche.
Giovani stilisti hanno qui le loro boutiques, queste davvero interessantissime: aperte anche la domenica, sono un piacevolissimo passatempo e a volte riservano sorprese deliziose, come ben sa la Fotografa, che ha fatto molto presto a capire la differenza tra marche pubblicizzate e chic.  Aiuto!
L’apertura domenicale dei negozi fa del Marais una delle mete più amate dai parigini per le loro passeggiate festive.

Parigi-seconda parte.

Parigi-seconda parte.

Si capisce che amo questo quartiere? Ha una vita fervente, attiva, giovane e antichissima. Pieno di piccoli ristoranti, di pasticcerie, di piccolissime crêperie, venditori di falafel, sede del Museo Picasso e del Museo Carnavalet,  ha un fascino incredibile: è oggi luogo cult della comunità gay, ma è, da secoli, il quartiere ebraico della città.

Parigi-seconda parte.

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Parigi-seconda parte.

Parigi-seconda parte.

Parigi-seconda parte.

Questo piccolo atelier di cornici è un gioiello, credetemi!

Parigi-seconda parte.

IlMusée d’art et d’histoire du Judaïsme merita senz’altro una vostra visita.
Il fascino e il sapore della tradizione ebraica risuonano soprattutto nei piccoli locali, nei negozietti, nelle risate contagiose dei giovani con le peot danzanti ai lati del viso, che corrono festosi tra la gente augurando Shabbat shalom, nei profumi inebrianti della Boutique Jaune.

Parigi-seconda parte.


La pasticceria-gastronomia di Sacha Finkelsztajn, 27 rue de Rosiers, è un angolo di meraviglia: la riconoscerete dalla coda che staziona davanti alla porta. Non vi arrendete, ve ne pentireste. Mettetevi buoni buoni in fila e cercate di ricordare che:
1. no, non siete venuti in auto, tutto quello che comprerete dovrete trasportarlo voi. E, vedi sopra, le distanze a Parigi sono notevoli.
2. no, non abitate a Parigi. Non avete una casa e il frigo che avete nella vostra camera in hotel è piccolissimo.
3. no, non potete assolutamente mangiare tutto. Va bene, vi metterete a dieta al ritorno, ma non riuscirete mai a farvi fuori le quantità incredibili di cibo che siete intenzionati a portar via
(Come vorrei avere sempre con me un’amica fidata, per ricevere questi consigli al momento giusto!)

Parigi-seconda parte.

Cosa potete trovare qui? di tutto: dal gefilte fish al gulash,  dal tchoulent al pastrami, dai böreks ai pirojkis, dall’ Yiddish Sandwich (buonissimo!) alla pasticceria più raffinata e variegata: vatrouchka, strudels,  pavès, al pane: rogalik, razowy, matselehs, bagels fantastici, gli Haloth (o challot, plur. di Challah) il tradizionale pane intrecciato delle feste.
Insomma, avete capito: non potete non entrare! il problema è uscirne!

Parigi-seconda parte.

Altra tappa obbligata, il bel negozio Oliviers&Co, 34 rue Francs Bourgeois . Qui potrete trovare tutto, ma proprio tutto, quello che riguarda l’olio, alcuni oli molto rari e preziosi, piccole produzioni francesi, alcuni libri interessanti.

Per cena, si attraversa la città e si va in un altro quartiere molto amato.
A due passi da Saint-Germain-de-Prés, le Bistrot d’Henry, 16 rue de Princesse è stata una piacevolissima scoperta. Piccolo, 12 tavoli appena e tutti vicinissimi, caldo e confortevole, ci ha offerto una cena squista: ottime l’insalata maison e il foie gras con crostini e composta di pere, delizioso il filet-mignon, morbidissimo e succulento il gigot d’agneau de 7 heures con prugne, a finire una mousse al cioccolato affatto banale e meravigliosamente soffice.

2. continua.


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