“Tutte le altre città sono città. Solo Parigi è un mondo”, dobbiamo scomodare addirittura l’imperatore Carlo V per riassumere il pensiero dei fashionisti di fonte alla settimana della moda di Parigi. Milano è di certo la città da dove partono le tendenze delle stagioni successive, ma Parigi resta il melting pot della moda, un mix di arte, stili, visioni, culture ricco ed unico. Alla fine della kermesse è impossibile riassumere in poche battute così tanta varietà, allora il modo migliore è soffermarci sui particolari che ci hanno colpito.
Le acrobazie di seta dei look mannish di Haider Ackermann
Il futurismo di Balenciaga nelle forme trapezoidali e nei tessuti tech in metallici toni opachi.
Le bianche sculture di Commes des Garcons tra pizzo, tombolo, ruches e perle.
Le stampe tropicali, in bianco e nero e di notturni paesaggi metropolitani di Dries Van Noten.
Gli abiti da sera monocromo di Elie Saab (impossibile non trovare un colore che faccia al caso vostro).
Il pitone che avvolge la donna Lanvin.
Il romanticismo infantile di Louis Vuitton che rievoca un bon ton anni’50.
Le costruzioni visionarie di Martin Margiela che svelano le illusioni della sartoria.
Il tailleur di Alexander Mcqueen iconico nel nuovo significato impressogli dal grande stilista e ripreso dalla Burton.
Il patchwork dei mini dress di MiuMiu.
I copricapi a bocciolo di Christophe Coppens sulla passerella di Miyake.
Il nude sulla passerella di Valentino, così elegante, così poco sessuale.
Il “preziosismo” di Giambattista Valli.
Gli abiti da sera di Vionnet, perfettamente nello stile della grande Madeleine.
L’eleganza misurata di Yves Saint Laurent.