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Parla il neo coordinatore del Pd Carmelo Miceli

Creato il 31 ottobre 2013 da Terrasiniblog @TerrasiniBlog

di Roberto Conigliaro roberto conigliaro

 

 

Basta con l’autoreferenzialità. Tutto si rinnova, anche il Pd. Speriamo che lui se la cavi.

carmelo miceli pd
Recedant vetera …. Recedano le cose vecchie. Et nova sint omnia …. Sia nuova ogni cosa.

Sono le frasi che fece scrivere il Barone La Grua dopo la morte della (da lui) non amata Baronessa al Castello di Carini. La fece scrivere per ben altri motivi ma proprio da Carini, si spera, possa partire l’opera di tumulazione definitiva del baronaggio politico del Pd, che prova a darsi una strategia con il nuovo coordinatore provinciale Carmelo Miceli.

Saltando a piè pari la biografia, perché è un valente avvocato che ha già maturato una notevole esperienza nel settore penalistico, aggiungendo che ha 35 anni è sposato e padre di due bimbi, diciamo soltanto che è una persona seria, in gamba ed intelligente. Opinione supportata da fatti (per chi si volesse informare) facilmente verificabili.

Al di la della valutazione sulle vicende politiche del Governo regionale e della contrapposizione tra questi e il Pd superata, forse, con la fiducia accordata al Governatore Crocetta, focalizziamo la nostra attenzione su quelle che riguardano i paesi a noi vicini, primo tra tutti Partinico.

“Io credo – esordisce Carmelo Miceli – che bisogna superare i personalismi che sono stati la malattia cronica del Pd. Nessuno obbliga nessuno ad essere iscritto al Partito democratico e nessuno ne è proprietario.

D – Si ma a Partinico viene denunciata l’occupazione manu militari del partito, da parte di soggetti esterni.

R – È vero. Si è registrato un aumento vertiginoso delle tessere, tra

l’altro oggetto di un ricorso che io conosco de relato ma, di contro, si denuncia anche il controllo egemonico da parte di alcuni soggetti, che ha caratterizzato per anni il Pd di Partinico. Insomma se Sparta piange Atene non ride e io ho il dovere di fare politica, di verificare attraverso gli organi competenti se ci sono state delle violazioni, sanzionarle e far comprendere alle parti, soprattutto, che il Pd non è dell’uno o dell’altro ma di tutti, altrimenti tutti saranno considerati autoreferenziali, chi per un verso chi per un altro. Mi piacerebbe che questo messaggio arrivasse forte e chiaro a Partinico. Non può esserci altra soluzione se non sintesi tra le parti e discussione democratica gestita attraverso le regole dello Statuto.

D – Cinisi si appresta ad affrontare le nuove elezioni in primavera. Come pensate di muovervi?

R – C’era una specie di slogan che girava in rete tempo fa che diceva, io sono partito democratico e non torno indietro. Io credo che il Pd, a tutti i livelli, non debba aver paura di confrontarsi con l’esterno per la selezione della sua classe dirigente. Ciò significa primarie aperte a tutti o di colazione. Un segnale dovremo darlo al più presto anche a Carini.

D – Perché il Pd dovrebbe cambiare proprio adesso?

E – Perché la sola cosa che può salvare il Pd è lo Statuto, le sue regole e la certezza della sanzione in caso di violazione.

D – Come intendi organizzare il Paritito a livello territoriale?

R – Siamo di fronte ad un profondo cambiamento dell’assetto istituzionale, con l’abolizione delle province. I circoli devono tornare ad esistere e diventare luoghi fisici nei quali confrontarsi e fare politica. Devono recuperare la loro dimensione territoriale, individuare un problema, analizzarlo, trovare la soluzione, riunirsi per territori e creare distretti di circolo, che corrispondano ai nuovi aggregati comunali o alle aree metropolitane che nasceranno al posto delle provincie. Faccio un esempio, il problema dei rifiuti per strada non riguarda solo Carini ma coinvolge tutti i paesi della cintura costiera. Il Pd deve affrontarlo collegialmente. Inoltre, deve cambiare il rapporto con gli elettori. Noi dobbiamo superare la vecchia convinzione di essere migliori e più capaci degli altri – atteggiamento che teniamo, tra l’altro, non nei confronti dei nostri avversari ma nei riguardi di chi del Pd fa parte – apririci alla gente e chiederci non perché gli elettori non vengono a noi ma perché da se non ci scelgono, parlare con chi i probemi li vive tutti i giorni, sia dalla parte del cittadino sia da quella degli operatori del settore. Individuata e condivisa la soluzione, poi sarà il livello provinciale del partito a farsene carico, per traslarla ai livelli istituzionali superiori e concretizzarla.

D – Sarà necessario fare delle scelte. Il Pd ha spesso scelto di non scegliere.

R – Scelte difficili e drastiche ma necessarie. Bisogna comprendere che il Pd è un bene che supera gli interessi delle singole parti, altrimenti ho già detto, si è autorefenziali.


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