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Parlare col proprio figlio…è sempre così semplice?

Da Massimo Silvano Galli @msgdixit
Parlare col proprio figlio…è sempre così semplice?
Nella nostra pratica clinica ci troviamo spesso di fronte a situazioni in cui, per garantire un corretto sviluppo comunicativo del bambino, dobbiamo in qualche modo lavorare coi genitori e aiutarli a capire ciò che è fondamentale per la crescita del loro figlio.
Ultimamente sempre più spesso mi sto accorgendo che il mondo della tecnologia ha veramente toccato tutte le età: non è più, purtroppo, così raro vedere in giro bambini di 2 o 3 anni con un tablet in mano, oppure sentire i genitori dire: ”Ormai è diventato più bravo di me a usarlo”.
Non è più nemmeno così raro vedere bambini piccoli che non sanno più esplorare un gioco o maneggiarlo, giocare con le costruzioni, inventarsi storie, utilizzare le bambole o fare le gare con le macchinine.
Non sono infrequenti i casi di bambini che, già in età prescolare, preferiscono stare a casa ad usare i videogiochi o il computer piuttosto che andare al parco a divertirsi con gli amici.
E rimango ancor più senza parole quando, nell’assegnare i giochi/esercizi che i bambini devono svolgere a casa, spesso sono i genitori i primi a chiedermi se ci sono software che possano stimolare di più il bimbo piuttosto che un giro dell’oca o una tombola di parole o un memory preparato insieme.
E’ per questo motivo che nell’articolo di oggi ci tenevo a esporre alcuni consigli per comunicare con i nostri bambini e per crescere con loro, insieme a loro.
✓ Prima di tutto la cosa principale è far scoprire il linguaggio al bambino, accompagnando ogni azioni, gioco, momento della giornata con la parola;
✓ Ritagliatevi un po’ di tempo nell’arco della giornata per cantare canzoncine, recitare filastrocche e raccontare storie al vostro bambino;
✓ Non lasciate che il vostro bimbo passi l’intero pomeriggio davanti alla televisione. Giocate con lui attraverso giochi simbolici e interattivi, costruiti e ideati insieme, stimolando e arricchendo la sua fantasia;
✓ Parlate normalmente al bambino, in modo rilassato e lento, commentate quello che state facendo, stimolatelo a raccontare e dialogare;
✓ Ascoltate il bambino quando parla, anche se mostra difficoltà, senza far trapelare fretta o insofferenza, e lasciate che concluda sempre il suo discorso, anche se richiede più tempo;
✓Cercate di non interrompere o anticipare l’eloquio di vostro figlio, completando le parole o le frasi;
✓ Riformulate la produzione «scorretta» del bambino senza sottolineare il suo errore: il bambino impara implicitamente dal vostro modello; quindi è importarne dargli un modello corretto dal punto di vista
linguistico, senza storpiare le parole o pronunciarle nel modo in cui le pronuncia lui;
✓ Espandete il suo enunciato, senza pretendere la ripetizione forzata;
✓ Non «ricattate» per avere la produzione corretta, non obbligate il bambino a ripetere;
✓ Non sottolineate o ingigantite il «problema» del bambino ma cercate sempre di fargli scoprire e valorizzare le altre qualità in modo da aumentare la sua autostima.
✓ Non fingete di non capire per far si che il bambino si «sforzi» a ripetere e pronunciare la parola o la frase corretta. Questo atteggiamento non fa altro che aumentare la frustrazione del piccolo e di conseguenza la paura del parlare e i comportamenti di evitamento e fuga dalla relazione;
Tutti questi aspetti sono importanti per il bambino, non solo per stimolare la sua capacità linguistica, ma anche per la costruzione di un rapporto col proprio figlio, una complicità vostra che lo aiuti a crescere nel mondo. E questo cammino deve essere percorso insieme, insegnando ai nostri figli e imparando da loro, aiutandoli a crescere ma lasciandoci trasportare dalla loro voglia di scoprire, di conoscere, di vivere, di giocare, guardando direttamente il mondo con i loro occhi, senza permettere che lo schermo di un computer, di un tablet o di una televisione si interponga tra loro e il mondo…tra loro e noi.

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