Parlare con i bambini di cose difficili (per i genitori)

Da Jessi

Tutto al mondo è follia, ma non l’allegria.

(Friedrich der Grosse)

Come parlare con i bambini di cose difficili (per i genitori)? come parlare con i bambini, ad esempio, della morte o di guerra e violenza?

Il punto su cui vorrei riflettere con voi è quello del ruolo dei sentimenti dei genitori: queste comunicazioni, infatti, spesso sono molto difficili, o più difficili, per gli adulti che per i bambini.

Un elemento fondamentale per la crescita, ma di cui non si parla spesso, è la gioia. Ne riassumo le ragioni scienifiche anche se chi ha visto gli occhi tristi di un bambino, o di un adulto, profondamente sconfortato, sa subito quanto la positività, o la sua mancanza, possono segnare una persona.

Una prima premessa da fare sulla comunicazione è quella di ricordarci di non dare troppo peso alle parole: quando parliamo, infatti, usiamo il volto, la voce, la postura, l’intonazione, il volume, i silenzi, gli sguardi… pensare solo alle ‘parole da dire’ può portarci un po’ fuori strada ma è quello che spesso ci illudiamo di poter fare, anche perchè dovremmo essere attori e attrici per poter essere consapevoli e gestire tutti gli altri aspetti.

Secondo le teorie dell’interazione sociale, un elemento cardine dell’interazione comunicativa è quello dell’intenzione comunicativa: il senso vero del messaggio può trascendere o addirittura contraddire il significato letterale delle parole. Pensiamo ai tanti modi in cui si può chiedere a qualcuno ‘come stai?’: dietro queste due parole può essereci un semplice saluto da cui non ci si aspetta una risposta profonda, oppure una domanda piena di interesse e coinvolgimento, che ci porta ad aprirci all’altro. Oppure pensiamo all’ironia, che si basa proprio sulla contraddizione: “l’ironia è una figura retorica in cui vi è una incongruità, discordanza oppure una involontaria connessione con il vero, che va al di là del semplice ed evidente significato della parola” (fonte).

Come si capisce qual è di volta in volta il vero significato? Ci sono espressioni e significati linguistici non letterali che possono sfuggire ai bambini piccoli, e altri, queli emotivi, che sono catturati dalle loro antenne sensibilissime.Il primo consiglio è quindi quello di riflettere, prima di affrontare argomenti difficili con i bambini, sul messaggio profondo che sarà veicolato: i temi della violenza e della morte, infatti, coinvolgono il senso stesso della vita e del nostro essere nel mondo ed è sullo sfondo della nostra visione delle cose che il mesaggio troverà la sua forma e arriverà ai piccoli.

Inoltre, la nostra visione delle cose non si trasmette solo quando facciamo un discorso su un certo argomento, ma tutti i giorni, con le azioni quotidiane. Le ricerche neuroscientifiche sullo sviluppo emotivo e cognitivo dei bambini hanno dimostrato correlazioni importanti tra la depressione materna, ad esempio, e quella dei bambini. Come avviene il ‘contagio’? La despressione ha, tra le sue manifestazioni, il persistere di ricordi dolorosi, una sensibilità estrema a fatti negativi. Chi ne soffre tende a vedere tutto ‘nero’ e a Queste esperienze emergono nella relazione quotidiana coni propri figli, parlando con loro di emozioni negative, guidando il loro sguardo e la loro attenzione verso avvenimenti tristi, manifestando sentimenti di delusione, scoraggiamento e pessismo.

I sentimenti che i genitori trasmettono influiscono sullo sviluppo psicologico dei bambini: secondo alcuni, i bambini, all’inizio della loro vita fanno esperienza del mondo attraverso gli occhi e le cure dei genitori, per lo più in modo passivo anche se alcune caratteristiche innate dei bambini possono modificare l’atteggiamento dei genitori nei loro confronti: un bambino molto attivo può suscitare ad esempio tanto entusiasmo e coinvolgimento oppure ansia e apprensione. Con il tempo, questo tipo di influenza decresce e le persone sono più attive e scelgono maggiormente  le circostanze e le esperienze che ritengono più importanti. Una dimostrazione di questo viene dallo studio di fratelli adottati da famiglie diverse, il cui carattere, da grandi, risulta diverso e quindi non segnato solo dalle primissime esperienze ma anche da quelle successive. In particolare, gli studi indicano nel gioco e nell’attività sportiva due attività in grado di stimolare positivamente il cervello al recupero di un atteggiamento più positivo e gioioso, qualora questo non sia stato trasmesso o sia stato compromesso da esperienze negative. Giocare con i bambini, quindi, oltre ad essere fondamentale sotto molti aspetti, diventa anche una possibilità di riscatto per gli adulti. E’ molto importante, a mio avviso, non cadere nel determinismo e ricordare che le persone possono sempre attingere a risorse dentro di loro e a esperienze esterne che possono aiutare a superare anche i vissuti negativi.

La positività, secondo alcuni studi, infatti, e un’educazione ispirata a sentimenti positivi possono promuovere uno sviluppo sano e forte: “Educare i bambini a pensare positivo significa trasmettere loro un “sistema immunitario psicologico” per reagire alle situazioni critiche e più in generale, per guardare alla vita con fiducia, vivere sereni e sviluppare sicurezza in se stessi.” La crescente consapevolezza del ruolo del contesto affettivo sullo sviluppo cerebrale e psicologico, dei bambini richiama l’attenzione di tutta la società sulla formazione genitoriale e sull’assistenza ai bambini e ai genitori che si trovano in situazioni difficili, perchè tutti i bambini possano crescere forti e in grado di afforntare con fiducia la vita:

Nell’affrontare temi difficili, i genitori devono riflettere sulla propria visione delle cose e su quello che vorrebbero trasmettere ai figli, consapevoli che ogni scelta porta con sè delle conseguenze di grande importanza sullo sviluppo psicologico e sulla personalità dei bambini, che, comunque, hanno sempre la possibilità di fare scelte diverse, con la crescita e grazie ad altre esperienze significative.

Approfondimenti

Come insegnare ai bambini a raccontare una storia

Il manifesto per la felicità (Laboratorio per la traduzione e la condivisione del Manifesto del WWF finlandese “The Politics of Happiness”)

La comunicazione affettiva tra il bambino e i suoi partner, Riva Crugnola C. Raffaello Cortina Editore, 1999L’epoca delle passioni tristi di Miguel Benasayag  e Gérard Schmit Feltrinelli, qui trovate la bellissima recensione di Palmy

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