Nei giorni scorsi ho vissuto una esperienza che mi ha fatto pensare a quante persone sono in difficoltà nel parlare in pubblico. Ho avuto la possibilità di partecipare a una giornata di corso sulla sicurezza sul luogo di lavoro e, essendo una persona curiosa, ho colto al balzo l’opportunità di studiare come altre persone si comportano davanti alla sala.
Sinceramente non conosco molto l’argomento sicurezza sul luogo di lavoro e il corso da questo punto di vista ha colmato una lacuna nella mia formazione. Purtroppo ho dovuto constatare come il docente, peraltro simpatico e preparato, fosse assolutamente a digiuno di argomenti quali le abilità comunicative, l’organizzazione di un discorso, la gestione dell’aula.
Ti propongo alcune delle frasi significative che ho sentito al corso:
- Il saluto iniziale: “Oggi vi annoierò per otto ore. Lo so che il tempo di questo corso è eccessivo ma ce lo impone la legge.”
A questa frase ho perso il mio vicino di destra - Dimostrare l’autorevolezza davanti alla sala: “Per stare qui davanti mi sono dovuto sorbire un corso di oltre 100 ore ”
il mio vicino di sinistra mostrava segni di cedimento - Tra i saluti finali è scappato questo augurio: “Preparatevi perché questo è solo il primo dei corsi barbosi che dovrete seguire perché la normativa punta molto su questo”
La mia collega aveva gli occhi completamente vitrei
Non hai bisogno di seguire un corso completo di public speaking per renderti conto che sei in grado di fare molto meglio.
Ti do comunque qualche pillola che fornisco anche a quelle persone che fanno coaching con me sul public speaking.
- L’apertura del discorso / Saluti iniziali
E’ il momento più importante del tuo discorso. Nei primi 10 secondi le persone costruisci la tua autorevolezza di fronte al pubblico (specialmente se si tratta di persone che non ti hanno ancora visto).
Qualche consiglio pratico- parla con voce forte e chiara
- di subito chi sei, che cosa tratterai nel tuo discorso e perché sei qui
- conquista subito il tuo pubblico con un titolo accattivante che catturi l’attenzione
- il corpo del discorso
Sviluppi in questa parte l’argomento che hai introdotto all’apertura. Ricordati che puoi utilizzare dati tecnici (non esagerare ) se servono a rinforzare quello che dici e puoi arricchire la tua presentazione con il tuo carattere o il tuo humor se sei una persona abituata a farlo.
Qualche altro suggerimento:- usa solo una parte dei dati tecnici (ricerche di mercato, esempi di persone autorevoli) in modo da dare importanza alle parole che dici. Evita di fare quelle presentazioni con 1000 statistiche che annoiano, i dati che usi devono rendere la tua esposizione più interessante, i dati che non esponi potrai usarli a supporto di una eventuale sessione di domande
- evita (a meno che non sia il tuo lavoro) gli argomenti tabù per l’Italia. Niente battute su calcio, religione o politica. Sono terreni delicati in cui puoi colpire la emotività del tuo pubblico e non è detto che questo sia produttivo
- Chiusura
Ti serve per fissare bene i messaggi che hai sviluppato e per fare un “piano d’azione” finale con i tuoi interlocutori.- Ripercorri i punti salienti del corpo
- Se è una riunione operativa assegna in questo momento gli incarichi dei tuoi collaboratori
- Quando il tuo intervento deve stimolare una discussione puoi concludere con una domanda aperta per dar modo agli interlocutori di iniziare da quella per proseguire
E soprattutto per tutta la durata del tuo intervento tieni un profilo di amichevole autorevolezza.
L’arte di parlare in pubblico ovviamente non si esaurisce qui e il modo migliore per impararla è imparare da qualcuno che ti possa insegnare i segreti. Racconta la tua esperienza nei commenti qui sotto.
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Giorgio says:
24/10/2010 at 21:13
Bello questo articolo, mi sapresti consigliare qualche libro per imparare a presentare con powerpoint?
Reply-
Matteo Cavalieri says:
24/10/2010 at 21:21
Tempo fa avevo fatto una guida proprio sulle presentazioni in powerpoint, l’avevano scaricata almeno 150 persone. La riproporrò anche su questo blog.
Reply
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Matteo Cavalieri says:
24/10/2010 at 21:21
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valentina says:
25/10/2010 at 09:06
Ciao Matteo! davvero un bell’articolo! talvolta le esperienze più “raccapriccianti” ci aprono la via al miglioramento…grazie per gli spunti!
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