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Parliamo di AIDS

Creato il 01 dicembre 2014 da Cronachedallalibreria @MarinoBuzzi
1 Dicembre, Giornata mondiale contro l'AIDS. Ogni anno lo ricordo, è un po' il mio appuntamento fisso. I motivi li ho già spiegati. Chi è nato, come me, alla fine degli anni settanta e ha vissuto la propria infanzia negli anni ottanta ( o negli anni ottanta era adolescente o adulto) sa cosa abbia significato crescere con il terrore dell'HIV. Campagne pubblicitarie sbagliate in cui le persone affette dal virus venivano individuate con un alone viola e evitate come appestate, la vergognosa campagna antigay portata avanti dalla chiesa e dalla politica, la disinformazione. L'HIV era una peste che Dio aveva mandato in terra per punire tossicodipendente, prostitute e omosessuali, Sodoma e Gomorra stavano crollando. L'opinione pubblica cominciò ad avere una visione corretta del virus solo quando la diffusione riguardò anche le persone eterosessuali. Sono stati fatti passi da gigante in campo medico, oggi l'HIV non fa più paura, ma una soluzione ancora non c'è. Forse perché davvero non si è ancora trovata o forse perché non la si vuole trovare a causa degli interessi delle case farmaceutiche. Non voglio scadere in ipotesi di complotto ma i soldi possono tutto purtroppo. Paradossalmente, però, anche se si muore di meno HIV e AIDS sono ancora ben presenti nella società. Anzi sono in diffusione, si fa sempre meno informazione, non si parla in modo corretto di sessualità, quando si cerca di portare avanti dei progetti di educazione sessuale e sentimentale nelle scuole si muovono subito gruppi di estremisti che cercano di boicottare, attraverso la disinformazione, ogni forma di educazione. Meglio figli e figlie malati che informati. Negli ultimi tempi, però, in America sta accadendo una cosa molto positiva. È in corso una rielaborazione di quei terribili anni in cui le persone affette dal virus non solo venivano discriminate ma morivano senza che nessuno potesse far nulla. La rielaborazione avviene soprattutto attraverso il cinema e la televisione. In Italia, invece, come al solito, questa cosa non è accaduta. Non si parla di AIDS se non il 1 dicembre, nessuno osa criticare apertamente l'atteggiamento della chiesa in quegli anni, nessuno pretende che si chieda perdono alle tante persone coinvolte.Purtroppo neppure il mondo della cultura sta facendo nulla per aiutare a ricordare, e mi rivolgo soprattutto alle scrittrici e agli scrittori della mia generazione, forse troppo attenti al successo editoriale e poco alle problematiche sociali. In questo paese ci sono scrittrici e scrittori impegnati per fortuna ma quelli “giovani” (mi perdonino tutte/i non so come altro distinguere) sono davvero pochi.In campo cinematografico mi sento di consigliarvi: Una gelata precoce, film del 1985; Che mi dici di Willy? Film del 1990, ambientato nel 1981. Vi segnalo anche Notti selvagge anche se a me il film non è piaciuto, è del 1992. Il grande freddo (o Guerra al virusAnd the Band Played On”) film per la televisione del 1993. Philadelphiaforse uno dei film più conosciuti sul tema, è del 1993. Il bellissimo Jeffrey del 1995; Angels in Americafilm per la televisione del 2003; I testimoni, film francese del 2007 (che non ho amato particolarmente). Più recenti sono Dallas Buyers Club(premio oscar per McConaughey come migliore attore protagonista e per Jared Leto come miglior attore non protagonista) e, soprattutto, il meraviglioso The Normal Heart con una strepitosa Julia Roberts e un grandissimo Mark Ruffalo. È un film davvero toccante che spiega benissimo i meccanismi sia da un punto di vista della ricerca (spiegati molto bene anche in Dallas Buyers Club) sia dal punto di vista dell'impatto emotivo.Sul fronte saggi letterari vi segnalo: Maga Giovanni. AIDS La verità negata, Il Pensiero scientifico editore; Agnoletto Vittorio e Gnetti Carlo AIDS. Lo scandalo del vaccino italiano, Feltrinelli; Pieracci Matteo AIDS. Le storie, i personaggi, i film,Falsopiano editore; Vivere la sieropositività. I giovani, la comunità, l'AIDS, Liguori editore.Narrativa: Michael Cunningham, Le Ore, Bompiani (Ma anche in Una casa alla fine del mondo); Charlotte Valandrey, Il mio cuore sconosciuto, Longanesi; Banana Yoshimoto, Sly, Feltrinelli. Ha scritto molto sul tema anche Hervé Guibert morto di AIDS nel 1991 ma le sue opere sul tema, in italiano, temo non siano più disponibili. Peccato anche per Sangue Dannato di Bergamini non più in catalogo. Di narrativa sull'argomento ce n'è a volontà, ho citato solo qualche titolo. Colgo l'occasione per fare gli auguri a mia nipote Cecilia che oggi compie 20 anni. La sua nascita, proprio il 1 dicembre, è stata, per me, un simbolo di speranza.

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