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Parliamo di emozioni. 2 parte

Da Psychomer
By
Maurizio Mazzani
settembre 7, 2010Posted in: psicologia clinicaParliamo di emozioni. 2 parte

Era qui che l’attività previsionale, quella ereditata geneticamente (la conoscenza innata), controllata dalla mente emozionale, che entrava in funzione per consentirci le risposte più appropriate.
Ogni emozione ci predispone ad un determinato comportamento specifico allo stimolo che l’ha prodotta.
Si propone di guidarci in una determinata direzione che si è già rivelata utile innumerevoli volte nella nostra storia evolutiva, al fine di consentirci il superamento delle difficoltà della vita umana.

Le emozioni dunque, guidandoci con saggezza nel percorso evolutivo, ci hanno salvato la vita innumerevoli volte.
Ora un semplice esempio immaginario per meglio comprendere i concetti esposti; siete in viaggio guidando la vostra automobile:

-osservate la strada e notate che è piena di curve e abbastanza stretta… concludete che non è sicura;
-a tale conclusione ovviamente regolate la vostra velocità in modo che il percorso non sia per voi pericoloso;
-infatti, accelerate percorrendo i rettilinei e decelerate in prossimità delle curve.

Fin qui tutto bene, niente da dire, avete goduto primariamente dell’intelligenza acquisita geneticamente, quella emotiva che permette di difendere subitaneamente la vita.

Ora riflettete: se ognuno di noi non possedesse tale intelligenza sarebbe sempre in pericolo di vita. Infatti nel caso dell’esempio, essa ha prodotto la paura utile affinché non aumentaste eccessivamente la velocità della vostra autovettura, cioè avete evitato di viaggiare ad una velocità troppo elevata, evitando così l’eventuale uscita di strada della vostra automobile con conseguenze facilmente immaginabili.

Questo esempio per capire l’utilità della dell’emozione adattiva, ma andando oltre, vediamo che se per ipotesi, anche se difficilmente verosimile voi incontraste un leone nel parco della vostra città, ed anche non possedendo nessuna conoscenza sulla pericolosità di tale animale, la paura ancestrale vi salverebbe costituendo l’input che vi indurrebbe a fuggire al pericolo.
La mente emotiva ha di nuovo lavorato a vostro beneficio.
Ma il problema è proprio qui!
Quanti leoni potreste incontrare nel vostro cammino?
Quanti imprevisti da foresta amazzonica potreste trovare in Via Veneto a Roma o a Piazza Duomo a Milano?
Sicuramente nessuno, a meno che sia fuggito un animale feroce da uno zoo della città o dal circo vicino.

Come spigherò nel prossimo articolo, Il punto è proprio questo, si possiede un sistema emotivo purtroppo che non si è sviluppato adeguatamente per interagire con la realtà d’oggi.

Purtroppo l’evoluzione emotiva si è dimostrata più lenta rispetto allo sviluppo legato alla tecnologia e alla civilizzazione. Le emozioni non si sono adeguate al nuovo ambiente ricco di stimoli diversi da quelli atavici che le hanno prodotte. Il processo dell’evoluzione genetica dell’emozione è un processo lento che oggi il più delle volte si dimostra paradossalmente inadattivo.

L’ambiente non è più quello di una volta, mentre il nostro sistema emotivo lo è. Per cui quest’ultimo si attiva molto facilmente, e quello che è più sconveniente, è che si attiva anche per generalizzazione e per somiglianza a quegli stimoli che l’hanno prodotto.

Infatti, la maggior parte delle paure avvengono di fronte a stimoli che di per se stessi sono neutri, ma che assumono significatività se si sono presentati in contiguità con uno stimolo incondizionato adattivo di paura, essi dunque si condizionano suscitando da quel momento paura o ancor peggio, c’indurranno facilmente dell’ansia fobica.

Per esempio: immaginate di trovarvi ancora oggi con delle paure irrazionali verso alcuni specifici eventi, i quali per altre persone sono invece del tutto normali. Supponiamo che il motivo della vostra fobia possa essere dovuto ad un’educazione patologica, che vi ha costretto a vivere, da piccoli, l’emozione della paura ripetute volte. E questo perché vostro padre vi riprendeva e giudicava con superficialità ogni vostro operare talmente inadeguato ed inopportuno che spesso vi puniva anche con sculacciate, la risposta adattiva che avete provato è stata ovviamente la paura…

Cosa è successo esattamente?
Avete probabilmente vissuto una minaccia al vostro Io fisico, nonché psicologico, la risposta naturale era quindi la paura, ed essendo piccoli e non potendo fare altro, il discorso a riguardo rimane ovviamente molto complesso, ma ciò che a noi interessa per il nostro studio, è semplicemente la generalizzazione della paura a tutto il contesto o a parte di esso.

…continua…

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