una sorta di zibaldone settimanale che offre un resoconto dell’accaduto nel corso della settimana appena trascorsa…
E’ ancora alto il tono del dibattito in Italia: da nord a sud, gli italiani fanno quotidianamente i conti col disagio sociale, l’IMU spaventa come l’uomo nero, provoca sdegno il prendere conto che il governo non ha intenzione di spingere sulla crescita economica del paese ma soltanto sulla tassazione.
Il disegno è sotto gli occhi di tutti: vogliono fare in modo che gli italiani si tolgano la vita, muoiano in corsie d’ospedale ove l’assistenza lascia molto a desiderare (il FMI ha paura perché si alza la vita media? niente paura, ci pensa il governo dei professori!!).
Quelli che rimarranno, saranno i figli disoccupati di un’Italia che mantiene fior di parassiti vestiti da onorevoli (anche in questo caso è difficile trovare un filo d’onore) che non potranno far fronte alla tassazione imposta e si vedranno portar via la casa dai galantuomini di Equitalia e co.
In Sicilia, i Forconi annunciano proteste: bruciano simbolicamente le partite iva a Ragusa, si organizzano per il prossimo mese, in cui bloccheranno la circolazione in alcuni giorni prestabiliti (si parla del 28 maggio). Pare tuttavia che l’AIAS non parteciperà allo sciopero, Richichi è stato categorico nel chiedere a tutti gli autotrasportatori italiani di inscenare una protesta. Mancando questa condizione, i suoi bisonti da strada non scenderanno in campo. Divide et impera, diceva qualcuno. Mancando la coesione, è probabile che la protesta finisca in una bolla di sapone e il governo non subirà grossi scossoni.
Intanto, sempre nell’isola, le vertenze per il lavoro mettono sotto al microscopio la scadente politica regionale, soprattutto quella di Raffaele Lombardo, viceré che ha più indagini addosso di quanti morti abbia Monti sulla coscienza. A Catania, gli operai Cesame occupano il palazzo ESA, oggi rappresentanza della Regione Siciliana: le colpe dell’ente locale sono quelle di non aver promosso la ripresa della produzione: manca la volontà politica, a sentire i manifestanti. A Palermo, gli impiegati Sirti (infrastrutture per la telefonia) si domandano come mai dovranno subire la cassa integrazione, quando l’azienda concede in subappalto diverse commesse. Se lo domandano incatenandosi ai cancelli dell’azienda.
Sempre la nostra regione è quella che subisce maggiormente gli attacchi del governo: i consumi di carburante sono sfavoriti da un prezzo che ormai tocca quasi i due euro, c’è un crollo della domanda di prodotti raffinati e la ENI chiude mezzo petrolchimico a Gela. E’ evidente che l’interesse dell’economista bocconiano sia quello del breve periodo, non interessandosi minimamente della ripresa che, per bocca sua, non arriverà prima del 2013.
Intanto, il disegno di eversione antidemocratica messo in scena dai rappresentanti istituzionali (gli interlocutori dei principali partiti, quegli Alfano, Bersani e Casini che con la loro politica vecchia e stantia hanno permesso l’approvazione di provvedimenti assassini da parte del governo Monti) prende forma: d’altronde a nessuno interessa conoscere i veri bisogni degli italiani. Basta dar loro le partite alla domenica, il grande fratello in TV e un po’ di figa qui e lì, e obbediranno sempre come fidati cagnolini. Persino Confindustria ha compreso che la disoccupazione è inarrestabile, permanendo questa situazione in cui vengono predate le sostanze di chi ha poco. Monti è sostanzialmente un fallito: si fregia di titoli accademici che non gli hanno permesso di inventarsi una patrimoniale per tassare i ricchi senza permettere loro di celare i capitali all’estero.
Bossi invece ci prova: limitare i danni in occasione delle prossime amministrative che dovrebbero scalzarlo definitivamente dalla leadership del partito, se i giovani leoni in camicia verde giocheranno bene le loro carte. Se ne esce con battute che legittimerebbero il linciaggio, sostiene che con i soldi, i partiti, posson fare quel che vogliono. Inutile dire quanto scriteriata ed assurda sia tale affermazione, solo un pazzo (od uno che non vuole sottostare alle proprie responsabilità) potrebbe uscirsene con sparate simili. E’ forte l’auspicio di una debacle elettorale della Lega, che restituirebbe al paese i cocci di un partito che ormai, ai comizi di piazza, registra pochissime presenze pure nelle roccaforti storiche del Carroccio.
L’Italia è stanca: inutile battere sempre sull’evasione fiscale per colpevolizzare il popolo e mettere poveri contro poveri. Serve coesione, bisogna mandarli a casa.
Perché se quella di Grillo è antipolitica, quella di Alfano, Bersani, Casini, Fini, Monti, Fornero, etc etc…. cosa dovrebbe essere?