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Durante il periodo di capodanno 2013 sapevo che ero in attesa del ciclo di lì a pochi giorni. A conferma di ciò sentivo anche sopraggiungere quei malefici doloretti emissari nefasti dell’arrivo del ciclo.
Per quanto una cerca sempre di prepararsi ad una probabile delusione mensile, all’arrivo dei doloretti non si è mai sufficientemente preparati. Ovvio questo sempre se si è in cerca di una gravidanza.
Ad ogni modo, non divagando, io ebbi il mio primo giorno di doloretti ma nessun ciclo. Ovvio come da copione, quei maledetti a volte si preannunciano prima, a volte dopo, a volte per niente. Tutto per aiutare un sistema nervoso già abbastanza instabile. Per queste motivazioni, non mi ci illusi più di tanto.
Ricordo che quella notte sognai che il ciclo si fosse effettivamente presentato all'appuntamento. Al mattino, al mio risveglio, di lui ad ogni modo nessuna traccia.
Secondo giorno, stessa cosa, doloretti, ma niente ciclo. Mi sarebbe piaciuto illudermi, ma non era certo la prima volta che certi segnali si prendevano gioco di me.
La seconda notte sognai un uovo di uccello. Ricordo che nel sogno rimasi colpita da quanto fosse, bello e perfetto nella sua forma. Non ricordo altro, solo la perfezione dell’uovo.
Il terzo giorno i doloretti passarono. Poi nei giorni successivi tornarono saltuariamente a farmi visita ma sempre più leggeri.
Del ciclo, invece no news.
Avrei potuto fare un test per togliermi ogni dubbio, ma considerando che nei mesi precedenti ero diventata socio di maggioranza della clearblu per i soldi che avevo fatto guadagnare all’azienda in test di gravidanza sulla base dei miei fantomatici “questa volta è quella giusta!” io e Fab decidemmo di aspettare un po’ prima di correre a fare il test. Tanto se lo ero o non lo ero di sicuro un test non avrebbe cambiato il corso degli eventi.
Passò così la prima settimana tranquilla e oziosa. Una sola settimana ci sembrò ancora poco e decidemmo di aspettare anche una seconda. Il sabato della seconda avremmo fatto il test.
Il venerdì della seconda settimana comprai il test ma quando ci alzammo il sabato mattina nessuno dei due aveva il coraggio di imbattersi in un faccia a faccia con il numero di lineette che si colorano o meno.Essendo dei cuor di leoni ci siamo guardati in faccia e ci siam detti
- - Senti abbiamo aspettato due settimane aspettiamone pure tre. Se con due settimane abbiamo buone possibilità di esser “incinti” con tre ne abbiamo quasi la certezza. -
Il sabato è passato quindi nella beatitudine tipica dei cuori pusillanimi.
Il giorno dopo , la domenica quindi, però mi sono alzata con un friccicorio nel cuore. Fuori era una bella giornata, c’era un sole tenue che rendeva tiepida la mattina di metà inverno e gli uccelli cantavano chiassosi dal giardino su cui si affaccia il mio balcone.
Ho pensato all’uovo che avevo sognato nei giorni in prossimità al capodanno, agli uccelli fuori che quella domenica cantavano, ho unito le due cose ed ho pensato che fosse tutto un buon segno del destino.
" Fab faccio il test "
Ho gridato e mi sono infilata in bagno.
Fab mi ha risposto un ok, tra i denti, a mezzo tono, come se fosse la cosa più normale di questo mondo, come se di hobby io facessi test di gravidanza.
Per tenere la mente più lontana da certi pensieri si è messo a stendere le robe. Perché gli uomini sono così, nei momenti più impensabili, fanno le cose più impensabili.
Sono uscita dal bagno pochi minuti dopo in lacrime. Non riuscivo a parlare. Piangevo, singhiozzavo.Fab convinto che fosse l’ennesima delusione è andato in bagno per accertarsene. Quando ha visto il risultato del test, ha capito che le mie non erano lacrime di disillusione ma di commozione.
Abbiamo gioito insieme, ci siamo esaltati, abbiamo fatto il giro delle telefonate dei parenti stretti, abbiamo pianto, abbiamo fatto veramente di tutto quel giorno.
Poi Fab ha iniziato a progettare i cambiamenti da fare per la seconda stanzetta, le mensole da aggiungere nell’armadio, pensare a dove spostare il computer, e dove la scrivania, quindi in che direzione mettere la culletta. Così d’amblais, con un solo test positivo, era già diventato la reincarnazione di Enzo Piano de noartri. Questo sempre perché gli uomini sono così, nei momenti più impensabili, fanno le cose più impensabili.
Avere un test positivo in saccoccia significa tanto, ma non significa tutto.
Dovevo fare le beta, e vedere se erano effettivamente buone. Poi una volta fatte dovevo vedere se crescevano sufficientemente. Poi dovevo fare l’ecografia e capire se c’era un cuore. E se quel cuore batteva e come batteva. E poi c’era da superare tutto il terzo mese, quello a rischio d’aborto.Insomma per una cuor di leone come me, ogni test, ogni analisi era sempre un trip di ansie e paure.
Mi davo forza cercando gli uccelli in cielo.
Prima di ogni visita mi affacciavo fuori dal mio balcone e se vedevo degli uccellini cantare, o volare pensavo “è un buon segno, andrà tutto bene”. A tutte le visite ho sempre cercato gli uccelli, e gli ho sempre trovati. Le visite sono sempre andate bene.
Poi è stato un uccellino un giorno che ha cercato me. Si è poggiato sul mio balcone ed è rimasto lì qualche minuto a riposare. Ha camminato un po’ lungo il cornicione e poi se ne è andato.
Vi lascio immaginare la mia faccia. Abito al terzo piano e sul mio balcone difficilmente si fermano gli uccelli, soprattutto quelli così piccolini, che generalmente volano più bassi.
Il giorno dopo è venuto di nuovo.
E’ inutile dire quanto la cosa mi sembrò straordinaria e in qualche modo magicamente legata alla mia gravidanza.
E se un uccellino veniva a trovarmi per due volte di seguito, mandarlo via senza neanche una briciolina, mi sembrava veramente segno di cattiva maleducazione.
Presi così l’abitudine di mettere qualche briciolina sul balcone. Il primo giorno non successe nulla. Il secondo neanche. Il terzo il piccolo pennuto venne a trovarmi e apprezzò il mio tentativo di amicizia.
Successivamente venne alcuni giorni si altri no. Io ho sempre messo le bricioline. Lui lo ha apprezzato.
Ora siamo amici. Ora parlo all’uccellino come Del Piero.
Lui viene sempre, anche con la pioggia, anche con le piume bagnate. Purtroppo non sempre trova le briciole, a volte il vento le porta via.
Spero arrivi presto la bella stagione, per me e per lui.
Le cose vanno bene. L’uccellino mi tranquillizza. E io gli voglio credere
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