Parma ai ‘grillini’, il PD colga l’occasione per rinnovarsi o sarà asfaltato

Creato il 21 maggio 2012 da Candidonews @Candidonews

«Una finale di Coppa contro una squadra di serie B», cosi Bernazzoli, il candidato sindaco di Parma del PD, etichettò due settimane fa il ballottaggio con Federico Pizzarotti, il tecnico informatico 39enne esponente del Movimento 5 stelle.

La presunzione del Presidente della Provincia di Parma si è scontrata con il consenso popolare per Pizzarotti che oggi è stato eletto Sindaco della città.

Per l’esponente ‘grillino’ hanno sicuramente votato i centristi ed il Centrodestra, esclusi dal secondo turno ma, dando uno sguardo ai social network, in favore di Pizzarotti si sono schierati anche non pochi elettori del CentroSinistra stanchi di vedere le solite facce e la solita politica.

Il Partito Democratico, ancora una volta, deve prendersela con se stesso. Bernazzoli è stata una scelta sbagliata. Il candidato piu idoneo a guidare la riconquista di Parma era Giorgio Pagliari, ex capogruppo democratico in consiglio comunale ed a capo delle principali battaglie contro l’ex Sindaco Vignali. I Democratici hanno invece optato per il Presidente della Provincia e questi sono i risultati.

Ritengo invece positiva l’affermazione di Federico Pizzarotti a Parma. Per due motivi.

Primo. Oltre i classici ‘poli’, oltre alla demagogia ed al becero populismo di Beppe Grillo, ora potremo vedere all’opera un ragazzo fuori dal coro, fuori dalle lobbies affaristiche di questa o quella corporazione. Il momento non è dei migliori, Parma è indebitata sino al collo ma il programma del M5S locale non sembra malvagio. Vedremo cosa sapranno fare, oltre le parole e le manifestazioni, gli esponenti del movimento. Una buona occasione per verificare con mano una novità politica.

Secondo. La sconfitta di Parma può rappresentare un punto di svolta per il Partito Democratico e per il CentroSinistra tutto. Una ‘sveglia’ in vista delle prossime elezioni politiche.

Se analizziamo i dati nel loro complesso apparentemente il CentroSinistra vince un po’ ovunque. Conquista città conservatrici come Como, Alessandria e Monza. Vince a Lucca, Piacenza, Rieti ed Asti. Conferma Genova e si afferma a Palermo.

Per certi aspetti sembra ricordare la vittoriosa affermazione nelle prime elezioni dirette del Sindaco nel 1993. In quel periodo le forze Progressiste vinsero in tutto il Paese e la coalizione di Sinistra guidata dal leader PDS Occhetto si preparava a dominare anche nelle successive elezioni Politiche. Le vittorie furono così ampie che a Torino, con Castellani e Novelli, la sfida fu tutta giocata in casa, come oggi a Palermo ad esempio.

Alle comunali di Milano però, in cui era data per certa la vittoria del progressista Nando Dalla Chiesa, un po’ a sorpresa si affermò il leghista Marco Formentini che ottenne anche i voti dei centristi.  Oggi a Parma è accaduta, per certi versi, la stessa cosa. Il centrodestra ha votato Pizzarotti contro Bernazzoli e l’ha spuntata il grillino. Un campanello d’allarme per la Sinistra di oggi come lo furono le comunali di Milano nel 1993. Qualche mese dopo la vittoria di Formentini infatti, il consenso per i Progressisti svanì e l’Italia si affidò a Silvio Berlusconi.

Bersani deve quindi capire bene il segnale che viene da questo voto. Con il 50% di astenuti, il CentroSinistra ha vinto per ‘mancanza di avversari’ e dove ha trovato una novità, come a Parma, è stato asfaltato ne piu ne meno come il Pdl.

Il centrodestra è in disfacimento, il centro è ancora una nebulosa, il grillini intercettano il voto di protesta. Questa situazione non reggerà per molto, le cose cambieranno presto, il fronte moderato si riorganizzerà in qualche modo e quindi il CentroSinistra  dovrà farsi trovare pronto.

Come? Innanzitutto prendendo in mano la barra di comando della maggioranza di governo, dettando l’agenda politica a Monti su Lavoro, politiche sociali, economica e riforme istituzionali, anche a costo di provocare una crisi di governo. Ricostruendo l’unica alleanza vincente e cioè quella con Italia dei valori e Sinistra e Libertà. Favorendo il cambiamento della legge sul finanziamento pubblico ai partiti e soprattutto innovando e rinnovando la propria classe dirigente dando spazio a chi ha idee e proposte da portare avanti.

Se il PD saprà fare ciò forse nel 2013 avrà chance di vittoria, altrimenti la ‘sindrome di Occhetto’ è dietro l’angolo e questa volta sarebbe davvero imperdonabile perdere una occasione per rinnovarsi e rinnovare l’Italia.


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