Magazine Diario personale

Parola d’ordine: condividere.

Da Marissa1331

Questo è un messaggio che ho trovato su Twitter.

Ho deciso di copiarlo anche qui sul blog per permettere a tutti quelli che non hanno Twitter di conoscerlo e trasmetterlo.

Quello che segue è il testo integrale

:)

Fate girare più che potete

:)
Grazie
:)

Mi è stata inoltrata inoltrata questa mail di una (ex?) abitante dell’ Aquila. La riporto per intero. RT gradito.

Ieri mi ha telefonato l’impiegata di una società di recupero crediti,
per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del
2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno
ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno.

Causa terremoto. Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una
parete crollata. Ammutolisce. Quindi si scusa e mi dice che farà
presente quanto le ho detto a chi di dovere.

Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Mi
dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio
di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una
scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di
Collemaggio.

E mi sale il groppo alla gola. Le dico che abitavo proprio lì. Lei
ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città
oggi. Ed io lo faccio. Le racconto del centro militarizzato.

Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio. Le racconto
che, però, i ladri ci vanno indisturbati.

Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire. Le racconto dei soldi
che non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per
aiutare noi a sopravvivere.

Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i
contributi, anche se non lavoriamo.

Le racconto che pagheremo l’i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte. E
ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti. Anche per chi non
ha più nulla.

Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro
vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo
torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non
pagate dal 6 aprile. Che lo stato non versa ai cittadini senza casa
,che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo
contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un
affitto.

Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo.
Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso
pagava per un’appartamento in via Giulia, a Roma.

La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri
costruiti a prezzi di residenze di lusso.

Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari
senz’anima. Senza neanche un giornalaio. O un bar.

Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra.
Lontani chilometri e chilometri.

Le racconto dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni
alle scuole superiori in netto calo.

Le racconto di una città che muore.

E lei mi risponde, con la voce che le trema. ” Non è possibile che non
si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i
giornalisti televisivi.

Dovete dirglielo. Chiamate la stampa. Devono scriverlo.”

Loro non scrivono voi fate girare



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