Dopo avere cominciato a leggere il volumetto Parola di Chandler, pubblicato da Coconino Press/Fandango a febbraio di quest’anno, ho speso un po’ di tempo a cercare di capire, come e perché il Chandler che avevo intuito dai romanzi pubblicati fosse così diverso da quello che usciva dalle pagine di questa raccolta di lettere..
Mentirei se dicessi di averlo compreso fino in fondo, ma di sicuro ora sono più vicina di prima alla verità..
“Sono nato a Chicago, Illinois, tanto di quel tempo fa che, dannazione, vorrei non avere mai detto a nessuno quando.”
Raymond Thorton Chandler, nasce il 23 giugno del 1888. Di padre americano (forte bevitore che abbandona presto la famiglia senza mezzi di sussistenza) e madre irlandese, che lo conduce con se a Londra dopo il divorzio. Studia in Inghilterra, Francia e Germania, poi torna negli Stati Uniti e studia contabilità. Arruolato nelle forze armate canadesi presta servizio in Francia durante la prima guerra mondiale, riunendosi alla R.A.F. nel 1918. Un anno dopo rientra in America con la madre e si impiega nell’industra petrolifera.
Tra il 1919 e il 1932 svolge vari lavori all’interno dell’industria petrolifera, facendo carriera ed arrivando ad occupare il posto di vice presidente alla Dabney Oil Sindycate. Dopo la morte della madre, nel febbraio del 1924 sposa Pearl Cecily Pascal, divorziata due volte e 18 anni più vecchia di lui, dalla quale lo separerà solo la morte di lei nel 1954.
Nel 1933, dopo avere perso il posto alla Dabney Oil Sindycate, per alcolismo e assenteismo durante la depressione, comincia la sua carriera di scrittore, con la pubblicazione su Black Mask di Blackmailers don’t shoot (I ricattatori non sparano), il suo primo racconto.
La carriera di narratore di racconti lo trasforma in romanziere nel ’39 all’uscita di Il grande sonno (The big sleep), avvicinandolo nei primi anni ’40 allo sfavillante mondo di Hollywood..
In una lettera del ’48 inviata al collega Cleve F. Adams Chandler scrive:
“Non ho inventato il genere hard boiled e non ho mai tenuta segreta la mia opinione che Hammett abbia la maggior parte di tale merito, se non tutto. Ognuno imita qualcun altro all’inizio. Ciò che Stevenson chiamava fare la “scimmia coscienziosa” (…) Dal momento che Hammett non pubblica più dal 1932 io sono stato indicato da qualcuno come il principale esponente della scuola. Molto probabilmente ciò è dovuto al fatto che Il Falcone maltese non diede inizio alla corrente di film noir di grande incasso, come avrebbe dovuto. La fiamma del peccato
e L’ombra del passato invece sì, e a entrambi è stato associato il mio nome. Il risultato è che se prima si veniva accusati dì scrivere come Hammett, adesso si é accusati di scrivere come Chandler.”
Dopo la nomination all’Oscar per La fiamma del peccato e durante la lavorazione per la Paramount della sceneggiatura originale di The Blue Dahlia Chandler pubblica un breve saggio intitolato La semplice arte del delitto..
Niente orpelli, niente giri di parole, solo un’analisi cruda e coerente del panorama letterario noir a lui contemporaneo, argomento su cui continuerà a riflettere anche negli anni successivi, come dimostrano i suoi appunti sul noir del 1949.. “Il lettore si aspetta di venire fregato, ma non certo da un’inezia. Si aspetta di fraintendere un indizio, ma non perché non è un esperto di chimica, geologia, biologia, patologia, metallurgia e un’altra mezza dozzina di scienze allo stesso tempo. Si aspetta di dimenticare un qualche dettaglio che successivamente si rivelerà aimportante, ma non se il prezzo da pagare é di doversi ricordare mille cose inutili che non hanno alcuna importanza.”
Mentre Chandler continua a scrivere romanzi e sceneggiature, nel 1946 la Warner Bros. produce la versione cinematografica di Il grande sonno, con le megnifiche interpretazioni di Bogart e Bacall dirette da Howard Hawks..
Nel maggio dello stesso anno, Chandler scrive al suo editore d’oltroceano:
“Quando e se vedrai il film tratto da Il grande sonno (o per lo meno la prima metà) ti renderai conto di cosa è capace di fare con una storia così un regista che abbia il dono dell’atmosfera e il tocco latente del sadismo. Ovviamente Bogart è di gran lunga meglio di tutti gli altri duri dello schermo. Come si dice da queste parti, Bogart è un duro anche senza la pistola.Inoltre possiede un senso dell’umorismo che contiene l’axpra sfumatura del disprezzo.. Bogart è un pezzo autentico. Proprio come Edward G. Robinson, tutto quello che deve fare per dominare una scena è entrarci.”
Altre e mirabolanti avventure accompagnano Chandler, negli anni successivi, ma non posso svelarvi proprio tutto e soprattutto, non sono in grado di rendere a parole la bellezza dei disegni di Igort che accompagnano e arricchiscono la pubblicazione.. Con l’augurio di un anno nuovo strabiliante e la speranza di avervi incuriosito almeno un po’.. Buone feste e buona lettura!!!