Domenica 23 novembre, giornata conclusiva del BilBOlbul 2014, Paolo Bacilieri e Stefano Bartezzaghi hanno presentato FUN, edito da Coconino Press e lanciato lo scorso ottobre al Lucca Comics & Games.
“Parole crociate e persone disegnate”, questo il titolo del dibattito, è stato anche l’ultimo della serie di incontri denominati quest’anno “Crocicchi”, organizzati per discutere e confrontarsi con gli autori e gli artisti invitati al Festival.
In questo caso a confrontarsi, con la guida di Daniele Barbieri, sono stati un enigmista figlio d’arte, Stefano Bartezzaghi, e un fumettista pluripremiato e autore del volume, Paolo Bacilieri, appunto. Ma cos’è che li lega, a parte la sillaba iniziale?
Il fumetto, FUN, è dedicato al cruciverba.
La prima domanda agli autori è stata posta circa il motivo per cui hanno deciso di collaborare a un’opera dal soggetto e dalla costruzione così atipica.
Le risposte hanno rivelato un’amicizia di vecchia data, qualche incontro di elaborazione dell’idea e poi l’accettazione, da parte di Bacilieri, del compito di narrare a fumetti quello che Bartezzaghi aveva scritto nel suo libro L’orizzonte verticale. Paolo Bacilieri ha quindi osservato come l’alta “fumettabilità” di alcune storie narrate l’abbia infine convinto.
La “fumettabilità” è un concetto curioso, che l’autore non riesce a definire con chiarezza: è una sensazione personale nei riguardi di un evento, un racconto o un’opera altra. Un incontro tra criteri visivi (riuscire ad immaginare il racconto) ed altri più personali come la bellezza, la “perfezione” (ossia l’autoconclusività), la leggerezza di una determinata storia. E il fatto che i personaggi chiedano di essere “fumettati”.
Un’altra questione interessante è quella affrontato da Stefano Bartezzaghi, il quale ha esaminato i punti di convergenza tra fumetto ed enigmistica.Gli enigmisti nutrono una sorta di complesso nei riguardi del fumetto, che nasce dalla pubblicazione di Apocalittici e Integrati. Con il libro di Eco, infatti, salta la gerarchia che classificava il fumetto come genere “basso” e il fumetto entra nell’Accademia e diviene oggetto di studio, mentre l’enigmistica continua a essere completamente ignorata. L’elefante in salotto (parole di Bartezzaghi) che vende circa un milione di copie alla settimana, un vero e proprio editoriale, sembra non interessare a nessuno.
L’incontro è proseguito ripercorrendo i punti di somiglianza tra fumetto ed enigmistica: si tratta di generi poveri e popolari, che nascono da schemi semplici, con evoluzioni diverse a seconda del Paese nel quale vengono utilizzati.
Un altro elemento comune a entrambi è l’alto livello di interattività, la propensione al coinvolgimento del lettore. Essa è strutturale, sia nell’enigmistica (le caselle da riempire) che nel fumetto (lo spazio bianco tra le vignette), e mediatica, nell’importanza che viene data a lettere e proposte dei lettori, che nel caso dell’enigmistica risultavano, specie in passato, fondamentali per la creazione di nuovi cruciverba.
Bacilieri stesso ha notato una somiglianza tra le pagine di Dick Tracy (elementi di verticalità e orizzontalità) e il concept del cruciverba. Questa riflessione, uno degli snodi da cui Bartezzaghi e Bacilieri sono partiti per costruire FUN, la ritroviamo a fumetti tra le pagine dell’opera stessa.
Altra osservazione interessante emersa nel corso dell’incontro ha riguardato il luogo e il tempo della nascita del cruciverba: per Bacilieri, non poteva che trattarsi della New York dei primi decenni del Novecento, la città orizzontale/verticale per eccellenza, in cui il modulo a griglia tipico del cruciverba si realizza nell’architettura e nell’urbanistica.
Bacilieri descrive perfettamente questa corrispondenza nelle prime pagine di FUN, disegnando una città che ormai non esiste più, i cui vecchi edifici sono stati abbattuti per far posto ai nuovi, e che l’autore si è divertito moltissimo a ricostruire e affiancare alla Milano contemporanea delle storie che “incrociano” la trama principale del fumetto.
La narrazione, infatti, parte dal materiale storiografico in possesso di Bartezzaghi ma aggiunge interpolazioni personali, come caselle aggiuntive (o proprio le caselle nere?) del cruciverba. Il libro è poi “esploso” nelle mani dell’autore, che ha dovuto dividerlo in due volumi, di cui quello in discussione al BilBOlbul è il primo.
Nell’ultima parte dell’incontro, il pubblico ha partecipato molto attivamente, dando avvio a discussioni significative, come ad esempio quella sulle fonti di documentazione utilizzate per la realizzazione di FUN e che – in risposta al suo interlocutore, che aveva provocatoriamente indicato una risorsa in Wikipedia – ha portato Stefano Bartezzaghi ad affermare che Internet debba essere considerato non come un mezzo di informazione ma esclusivamente come un mezzo di diffusione della conoscenza.
È stato inoltre chiesto a Paolo Bacilieri se nella sua opera ci sia un intento di denuncia. L’autore ha osservato come la rabbia che gli viene talvolta attribuita sia per lui inspiegabile, poiché egli prova invece ad addolcire e alleggerire argomenti per nulla facili da affrontare. Secondo Bartezzaghi la componente verbale in Bacilieri, rispetto a quella visiva, è laconica, lapidaria: è forse per questo che traspare un certo distacco dalla materia affrontata, che taluni lettori interpretano con una volontà di critica o addirittura un intento di denuncia da parte di Bacilieri.
Si può dire, in conclusione, che, nonostante la notevole durata dell’incontro, il clima e il tono del dibattito (sempre scherzoso e vivace) hanno mantenuto viva l’attenzione e l’interesse dell’audience.