A Venezia le fregole sono le briciole, di pane perlopiù (quante fregole! Un cameriere a Venezia una volta ci rimproverò a me e alle mie amiche Strix, ai tempi anni 70 di fumetti a Venezia, manifestazione gestita dal toni de Marchi, noi eravamo dunque ospiti in ristorante chic... ci disse che in svizzera di briciole non ne facevano...).
In Sardegna è una pasta che mi piace molto, e che all'aspetto è briciolosa, delle pallette piccole, come grosse uova di pesce (tipo di trota). Al che mi chiedo se derivi da questo entrambe le parole in territori marinari.
Altri piatti si chiamano scampai (gli osei) o scappate (le sarde) perché non ci sono né uccelli né sarde, qua invece il pesce, spezzettato e mescolato dal pescivendolo, c'era... lo giuro e di quello ho la foto. Un po' compatto perché comprato il sabato e, per sicurezza, messo in gelo, ma mangiato domenica.
FREGOLA AL PESCE
io la preferisco con le vongole, secondo tradizione, ma anche così... ^^ pure più comoda...
INGREDIENTI
• pesce misto x 3 persone 4 etti almeno (gamberetti, seppioline e pesci vari)
• olio
• aglio
• prezzemolo
• limone la buccia
• pepe
• sale
• fregola 200 grammi, ma dipende dalla fame
• mezzo bicchiere di bianco (anche meno)
• volendo due pomodorini spezzettati
• se avete da far del brodo di pesce con una testa o lische regalate dal pescivendolo, meglio, più sedano e carota.
ESECUZIONE
Procedete quasi come per un risotto
il pesce lo si fa insaporire in un poco d'olio (poco) con aglio e altro aroma se gradite e un po' di vino bianco.
Coprite con acqua calda salata (o il brodo) e aggiungete i pomodorini e un pezzo intero di sedano bello fresco.
Lasciate cuocere coperto, mi sa 15 minuti, aggiungendo se serve acqua/brodo. Verso la fine grattugiare un po' di buccia di limone e aggiungere infine il prezzemolo tritato.
Spegnere lasciar riposare 1 minuto, non deve essere densa come il risotto, ma nemmeno in brodo. Cremosa, più o meno liquida dipende poi dal gusto. Spolverizzare di pepe.
Ecco. È sparita!
Anche questo libro sparisce. Non è sardo, ma nordico, però c'è il mare in copertina, e sparisce.
"No", una parola piccola come una briciola, ma pesante. E che bisogna saper dire. Ma il bello è che il libro non parla di questo, cioè anche, come fosse il prezzemolo, o il limone. No è l'aroma di questo libro su dio e sulla morte. (quasi quasi me lo metto anche in anobii, va', son scarpalalaura, ma ancora non ho capito come funziona:D)