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parolecomplicate forever

Creato il 01 aprile 2011 da Parolecomplicate

Non ho ancora visto Silvio Forever ma posso già ampiamente esprimere un giudizio.

Domani sono andato a vedere Silvio Forever con la mia ragazza. Lei è francese, di nome fa Jaqueline. Il film è molto bello, non schierato. E’ un film nuovo che si limita a registrare quello che succede da quindic’anni in Italia. Lo fa in modo pacato, a differenza della mia ragazza, che da quando è iniziata la guerra in Libia non mi bacia più. E’ un film che non parla tanto di Berlusconi, ma degli italiani. E’ un film che non parla tanto degli italiani, ma di come gli italiani si rapportano a Berlusconi. E’ un film che fa capire che in fondo Berlusconi non è così male, mentre gli italiani sì: sono così male. Si vede che il regista non è stato in Italia per un po’, comunque. Come Jaqueline, che è qui da non molto e mi riesce ad amare in modo molto sereno, molto francese. E’ un film divertente, ma allo stesso tempo ti lascia uno strano sapore in bocca. E’ pazzesco lui da giovane, comunque. Subito dopo il cinema, Jaqueline mi ha preparato una camomilla e io mi sono attaccato al pc. Ho scritto a tutti i miei amici italiani all’estero che sono orgoglioso di loro e che mi vergogno di stare in Italia. E che mi vergogno di me. Come loro. Che si vergognano di stare in Italia, e infatti non ci stanno. E come Jaqueline. Che secondo me si vergogna, di me.

Appena ho visto Silvio Forever, domani, ho capito che il problema di questo Paese è la nostra incapacità di ritrovare il coraggio e la fantasia, di capire il Paese reale, di comunicare concetti accessibili a tutti, di rinnovare la nostra classe dirigente. Problemi che, essendo strutturali, si riflettono pari pari nel mio rapporto di coppia con Jaqueline. Classe dirigente a parte. Forse.

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