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Parte il governo LettaLetta: il trionfo della Democrazia Cristiana 2.0

Creato il 30 aprile 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Parte il governo LettaLetta: il trionfo della Democrazia Cristiana 2.0Non chiedetevi perché la Balena Bianca (che non è Moby Dick) ha governato questo paese per quarantanni. Chiedetevi piuttosto perché gli italiani hanno permesso alla DC di farsi governare per quarantanni. La risposta l'ha data ieri, senza squilli di tromba, alla Fanfani maniera, Enrico LettaLetta, l'incarnazione più aggiornata del doroteismo doc, insomma, un DC 2.0. Se nel suo discorso avesse fatto cenno alla riconquista dell'Albania, della Libia, dell'Abissinia e dell'Eritrea, oggi grideremmo al miracolo e non all'inciucio. Se avesse aggiunto sigarette elettroniche gratis per tutti, smartphone a costo zero, wifi libero ovunque e la banda larga, ci saremmo trovati di fronte all'evoluzione più aggiornata dei discorsi di insediamento di tutti i presidenti del consiglio democristiani: una declinazione, lunga 50 minuti, di sogni. C'è da dire che il marchio di fabbrica più fanfaniano (omaggio alla conterraneità) che degasperiano, si è avvertito chiaramente. Quando il mitico Amintore prendeva saldamente in mano le redini del governo, tirava fuori dal suo cilindro politichese tutti i desideri inesauditi, e inespressi (la maggioranza silenziosa), degli italiani e li materializzava con un fiume di parole che però, il giorno dopo, diventavano quello che erano all'inizio del discorso: parole. Ieri LettaLetta è andato oltre. Dopo essersi reincarnato in Davide, non dicendo però chi interpretasse la parte di Golia (un classico DC), ha raccontato di un paese dei Puffi in cui tutto marcia sapendo da che parte andare, e poi, quando ha parlato degli Stati Uniti d'Europa, ha toccato il vertice assoluto del “sciogno” alla Briatore imitato da Crozza, trasformando il nostro Paese in una cosa che, semplicemente, non esiste, un nuovo Billionaire, però di Stato. O' Schiattamuort lo ha detto subito: “Questa è musica per le mie orecchie”. L'Imu bloccata a giugno (“con prossima restituzione sennò stacchiamo la spina”, ha detto Brunetta), l'Iva congelata, la presidenza della Convenzione a Silvio Berlusconi, in effetti, per il Pdl morto di appena un anno fa, è stato proprio un bel sentire, perché il discorso di LettaLetta è, per loro, come il miracolo della resurrezione di Lazzaro di Gesù Cristo: “Silvio, alzati e cammina”. Ma il democristiano puro, cristallino, riconoscibile a pochi studiosi della nostra politica e della Balena Bianca, Enrichetto lo è diventato (dimostrando di avere quintali di pelo sullo stomaco), quando ha iniziato a fare l'occhiolino ai 5Stelle che, in alcuni passaggi, lo hanno infatti applaudito (obiettivo raggiunto). Parliamo essenzialmente dell'unico stipendio dei ministri, a fronte della somma delle indennità di parlamentare e ministro che prima si assommavano, e della eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti, spacciato fino ad ora per rimborso spese elettorale. LettaLetta ha pensato, come facevano i suoi predecessori scudocrociato-griffati nei confronti delle opposizioni, di lanciare qualche segnale di apertura, perché non si sa mai come può andare a finire e quindi, chi di ribaltone vive, di un altro ribaltone può continuare a prosperare. I democristiani veri, che poi erano un partito-stato, devono a questa sorta di ambiguità di fondo, buona parte del loro successo politico, una formula che gli permetteva di essere contemporaneamente maggioranza e opposizione, bianco e nero, tutto e nulla, Michele Arcangelo e Belzebù. Su tutte le promesse fatte ieri da LettaLetta, manteniamo un regale distacco. In attesa di riscontri oggettivi (soprattutto sulla scuola, la ricerca, la cultura della pizzica e la sfida dell'Expo), contrariamente a quando facevano i vecchi DC non ci asteniamo, ma riconfermiamo quanto scritto ieri: questo è il peggior governo che poteva nascere, un coacervo di contraddizioni palesi e latenti che porterà Silvio Berlusconi a presiedere la Convenzione per le Riforme Istituzionali. Se c'è un aspetto che ci consola, è il ricordo della fine fatta da Massimo D'Alema dopo aver presieduto la Bicamerale. Chissà, magari è la volta buona che ci togliamo dalle palle Silvio grazie al suo smisurato e colossale egocentrismo da imperatore delle forme perfette.

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