L’8 marzo si avvicina. Confrontandomi con altre mamme mi sono resa conto di quante di noi abbiano pagato la scelta di diventare madri con ricollocazioni improbabili in posizioni di minore responsabilità, mobbing e mancati rinnovi del contratto. Ovviamente, nessuna di noi è stata ufficialmente silurata in quanto incinta, figuriamoci. Il fatto è che, anche se ovviamente lo si nega fino alla morte, pare che si espellano anni di esperienza e professionalità insieme alla placenta, e rimettersi in gioco con un figlio è un casino.
Ovviamente, tutte le mamme sono donne ma non tutte le donne sono mamme, e spesso sul lavoro avere un utero è una colpa che si paga in anticipo, prima ancora di macchiarsi del reato di maternità.
Il mio progetto per l’8 marzo (festa della donna, quando da festeggiare c’è poco) è questo: se volete, inviatemi un riassunto piuttosto stretto ma completo delle vostre storie di problemi lavorativi legati ALLA MATERNITA’ O ALL’ESSER DONNA, che io posterò poi in forma anonima (vorrei pubblicare solo la vostra età e la regione) proprio l’8 marzo.
Inviatemi i vostri racconti ENTRO il 7 marzo alla mail [email protected]
grazie