Oggi al via la settimana della lingua Italiana nel mondo, evento promosso dal Ministero degli Esteri in collaborazione con l’Accademia della Crusca. Saranno oltre 1200 le iniziative in 94 paesi diversi. Una settimana volta a promuovere la quarta lingua più studiata nel mondo. Ciò sta a indicare la vocazione internazionale dalla quale spesso ci sottraiamo.
Lingua che è alla base delle culture, e tanto più la nostra. È il veicolo utile a esportare la cultura oltre i confini nazionali. Da quando la rassegna è stata istituita, dal 2000, sono stati i più vari i temi trattati, dalle arti letterarie alla parola, dalla lingua popolare al cibo, ma quest’anno il filo conduttore è dedicato all’innovazione.
La nostra lingua è un patrimonio che crea ricchezza, che può aver ricadute economiche positive. La reputazione di un paese, infatti, è un elemento cruciale per attrarre investimenti esteri. E bisognerebbe iniziare a sfruttare la reputazione che la nostra lingua possiede nel mondo.
Dati alla mano, si scopre come lo studio da parte degli stranieri dell’Italiano, sia in costante crescita, seppur l’anno scorso si sia registrata una contrazione in Europa ma una crescita superiore in Asia e America. Questi dati non devono sorprendere: si studia l’italiano per amore della cultura. È, perciò, un’attrattiva straordinaria, e bisogna trasformarla in una risorsa su cui investire.
Il futuro passa anche dalla lingua, dobbiamo essere consapevoli di questo, e cercare di conservare i nostri modi di dire, i nostri proverbi e le nostre parole, che seppur desuete è ancor bello ascoltare. Va bene la globalizzazione, è giusto oggi conoscere altre lingue, ma che quelle diventino strumento e non “volgarizzino” l’Italiano!
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