Abbiamo approfondito la questione del riordino delle società partecipate ed assunto la decisione di esprimere il voto contrario in Consiglio Comunale, perché riteniamo sia possibile percorrere una strada alternativa alla cessione a terzi dei servizi svolti da S.C.S servizi locali.
Il nostro voto, per quanto ci riguarda, non pregiudica la nostra adesione alla coalizione ed alla Giunta cittadina, sul cui operato manteniamo un giudizio complessivamente positivo.
Nel merito, come abbiamo più volte dichiarato, siamo favorevoli alla razionalizzazione delle società partecipate, come previsto nel programma elettorale che però non prevede la cessione a terzi dei servizi locali e a questo principio ci sentiamo ancora fortemente vincolati.
Rileviamo dalla relazione al bilancio 2012 che i servizi S.C.S s.l. sono in attivo:
- Impianti sportivi + 247.000 (nel 2011) +275.000 (nel 2012), la piscina con 63.000 presenze assume per noi il valore di bene comune.
- Illuminazione semafori + 162.000 (2011) + 198.000 (2012)
- Parcheggi + 64.000 (2011) + 108.000 (2012)
- Teleriscaldamento – 228.000 (2011) + 80.000 (2012, ma manca il bilancio ufficiale).
La nostra proposta è di rilanciare S.C.S servizi locali per continuare a gestire i servizi, allargando l’intervento ai comuni aderenti a S.C.R.P e, proseguendo con una gestione oculata quanto quella attuata negli ultimi due anni, testimoniata dai bilanci sopra citati, pensiamo sia possibile risalire la china.
E’ nostra opinione che una partecipazione reale dei sindaci del territorio consentirebbe a SCS gestioni di ottenere commesse e ordini di lavoro che fino ad ora sono mancati, insomma, è necessaria una presa in carico e un’assunzione di responsabilità che fino ad ora non si è realizzata.
Questa presa di posizione è motivata anche dalla forte preoccupazione per le future assetti occupazionali e contrattuali degli attuali dipendenti, ma anche per la qualità dei servizi offerti agli utenti. Le esperienze passate dimostrano che con la cessione a terzi sono peggiorate le condizioni retributive e di lavoro dei dipendenti, sono aumentate le tariffe ed è diminuita la qualità dei servizi offerti.
Non ci sottraiamo al problema del forte indebitamento della società (circa 6.500.000 Euro), vera questione che condiziona l’operatività e la stabilità societaria, ma, d’altra parte, quello degli oneri passivi è un problema ineludibile anche nel rapporto con i nuovi eventuali subentranti.
Inoltre riteniamo che vada indagata in profondità la situazione del teleriscaldamento: nel sito internet la Cofely scrive “…la centrale di Crema si inserisce tra le più significative esperienze di teleriscaldamento in Italia. Una rete di 15 Km che può riscaldare 4.000 famiglie oltre l’Ospedale Maggiore…”.
Riteniamo che l’impianto di teleriscaldamento, per la cui posa la città è stata trivellata e riempita di buchi, in considerazione dei benefici ambientali che porta, vada rilanciato e non affidato a terzi, vanificando i sacrifici e i disagi subiti della collettività.
La Cofely opera in 30 paesi dentro e fuori d’Europa; com’è possibile che un partner con questa esperienza non abbia saputo programmare investimenti e un piano commerciale adeguati alla realtà?
Per la Segreteria della Federazione Cremasca del Partito della Rifondazione Comunista
Serena Andrea.
Consiglieri Comunali di Crema
Mario Lottaroli, Piergiuseppe Bettenzoli.