Magazine Italiani nel Mondo

Partenza da Victoria Coach Station

Creato il 20 agosto 2013 da Storiediritratti @GianmariaSbetta
Partenza da Victoria Coach Station

Arrivo  a Hauptbahnhof Muenchen, ph. Gianluca Orlandi

Victoria Coach Station, stazione dei bus di Londra. Uno di quei posti che mi trasmette tante differenti sensazioni, così come aeroporti e stazioni ferroviarie. La gente che arriva, quella che parte, amanti che si salutano e persone che lavorano. Un viavai che mi mette di buonumore. Sono probabilmente impaziente di salire su quel bus che mi porterà ad Amsterdam nel giro di 12 ore. Non molto comodo direte voi, ma sono ormai abituato a barattare la comodità con il risparmio e ne faccio ormai una filosofia di viaggio.

Nonostante viva a Londra da quasi due anni sento sempre quel bisogno, quella voce dentro che mi dice di non fermarmi e ripartire. Non posso vivere senza quell’adrenalina tipica di quando arrivi in una nuova nazione dove non parlano la tua lingua e dove non conosci nessuno. Una sfida probabilmente, ma succede spesso che mi sento meno spaesato in una nuova città piuttosto che in una che già conosco. Cerco di placare la mia sete di avventura con questo itinerario Londra – Amsterdam – Monaco – Italia, tutto rigorosamente on the road. E low cost.

Prendo posto sul bus e osservo i miei compagni di viaggio. C’è chi è giovane e parte caricandosi sulle spalle uno zaino enorme, bambini che giocano con i genitori e persone un po’ meno giovani che cercano di addormentarsi. Un po’ di musica mi accompagna fino a Folkestone, dove il pullman viene caricato su una sorta di treno merci prima di attraversare la Manica tramite l’Eurotunnel. 35 minuti sotto terra (o sott’acqua) e arriva prima la Francia, poi il Belgio e l’Olanda. Il paesaggio fuori dal finestrino scorre velocemente quando si inizia a scorgere qualche mulino a vento ai bordi dell’autostrada. Amsterdam è dietro l’angolo.

La città olandese mi accoglie quando il sole sta scendendo, un rapido check in nell’ostello che mi permetterà di riposare per qualche ora prima di ripartire verso la Germania ed esco subito per (ri) scoprire Amsterdam. Scopro che la banconota da 5€ è cambiata dalla mia ultima visita in “Europa”, quasi a pensare che la ragazza alla reception dell’ostello volesse darmi un falso. Scopro anche che Amsterdam è come me la ricordavo; una città affascinante e trasgressiva con i suoi canali e le sue vie a luci rosse. Ho molti ricordi legati a questa nazione e la sua gente, persone amichevoli che riescono a regalare sempre un sorriso. Ne ho la prova quando entro in un bar per ordinare da mangiare e bere e comincio subito a parlare con un piccolo gruppo di ragazzi e ragazze. Amsterdam è una città molto giovane, e noto che molti stranieri non sono solo turisti; tanti di loro ci vivono e lavorano in questa città che forse offre più opportunità lavorative rispetto a paesi in crisi come la Spagna, il Portogallo oppure l’Italia. “Ma io ci vivrei qua?” Il solito pensiero che caratterizza ormai ogni mio viaggio sfiora la mia mente per un istante, quella domanda ricorrente di chi ama l’Italia ma sa che il suo posto è all’estero e si trova giorno e notte a fantasticare il giorno in cui metterà piede in una nuova città, per cominciare una nuova avventura.

Il giorno successivo è la volta del treno; lascio l’ostello alle prime ore del mattino e mi reco alla stazione di Amsterdam Centraal, molto caratteristica con la sua imponente facciata. Mischiato tra i pendolari inganno le 8 ore di viaggio che mi separano dalla Germania prima con un po’ di musica poi con un libro. Molti ragazzi con lo zaino in spalla vanno su e giù per il treno. Li guardo con un po’ di invidia camminare con i loro zaini enormi tra i vagoni e le innumerevoli storie che immagino avranno da raccontare di questo euro trip. Mi faccio prendere dal sonno e dalla stanchezza, chiudo gli occhi ed inizio a sognare. Il viaggio, l’Europa e i viaggiatori. Mi accorgo di essere partito prima di quando io possa ricordare per sentirmi più europeo, abbracciare nuove culture e vivere emozioni diverse dove non parlano la mia stessa lingua. Mi accorgo anche che mi sto abituando ad arrivare in una città che non conosco e trovare facilmente quello di cui ho bisogno. Sogno di fare la valigia o preparare uno zaino e vedere il paesaggio che cambia, lentamente, quasi a voler vivere il viaggio e sentirmi parte del paese che sto visitando. Forse l’unico modo per non essere solo un turista, una parola che sto eliminando dal mio vocabolario, e riuscire ad essere un po’ più viaggiatore.

Riapro gli occhi svegliato dalla gente che cammina nel corridoio del treno e mancano ormai pochi chilometri  a Monaco di Baviera; una città che ho già visitato ma che non vedo l’ora di rivedere e osservarne i cambiamenti. Prendo il mio borsone e il piccolo zaino, faccio un bel sorriso e scendo dal treno; è ora di scrivere un’altra pagina del mio viaggio.

Gianluca

Potete trovare altre storie di Gianluca cliccando QUI


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :