
Partire da sé come pratica politica femminista, intesa come vera e propria assunzione di responsabilità nei confronti dell’altra, un porsi in ascolto autentico, un ascoltare incontrando l’identità e l’esperienza dell’altra. È inutile partire da sé, se poi si rimane a sé, se poi le relazioni e le prese di parola non sono sintonizzate nello sforzo di comprendere la specificità, l’esperienza, il vissuto, dell’altra persona inevitabilmente diversa da noi. Il partire da sé è, appunto, il punto di partenza, chiediamoci dove vogliamo andare e se vogliamo che il nostro punto di approdo sia la costruzione di vere relazioni tra donne.





