Tuttavia, da più parti, esponenti di destra e di sinistra, nonchè di centro, reclamano un nuovo ruolo ed una nuova affermazione della politica, in parlamento. Tutti sono concordi nel sottolineare che il governo tecnico dovrà far approvare i suoi provvedimenti in parlmento e che il parlamento è l’Istituzione per eccellenza decretata alla politica.
E’ così che, sempre in Parlamento, destra e sinistra discuteranno delle manovre proposte e delle riforme di cui tanto si è parlato in questi anni e che tutti hanno evitato di portare a termine.
Andrà proprio così? Qualche dubbio il sottoscritto ce l’ha. Quello Monti viene definito come un governo di grande coalizione. In realtà la Grande Coalizione italiana della seconda repubblica nasce nel 1994, quando destra e sinistra si accordarono per garantire l’immunità politica ed economica a Silvio Berlusconi, uomo “nominato” dai poteri forti dello stivale, dal tacco alla punta, passando per il collo. All’epoca le pressioni internazionali, gli interessi alle privatizzazioni ed i movimenti trasversali destabilizzavano il paese che tentava di difendersi quanto più possibile da continui tentativi di colpi di Stato covati in patria e all’estero. Il tutto, ovviamente, sulle spalle e sulle tasche degli italiani.
All’epoca, sinistra e destra si accordarono per garantire pienamente le telvisioni del biscione. La sinistra garantì di non regolamentare il conflitto di interessi, di lasciare eleggibile Silvio Berlusconi nonostante il conflitto d’interessi e di favorire la crescita del fatturato di Mediaset.
Sono fantasie complottiste? No, sono le dichiarazione di Violante del 2003, pronunciate proprio nelle sedi istituzionali della Repubblica Italiana.
Quella fu la prima e vera Grande Coalizione nata per rimediare alla crisi della prima repubblica, senza passare per un vero rinnovamento del sistema italia, sottoposto a delle pressioni nazionali e internazionali.
Le vicende di quegli anni, che sembrano un bollettino di guerra, sono molto simili alle vicissitudini odierne. Parte di quella storia, terminata la vicenda Monti e il suo governo, sicuramente si ripresenterà in forme nuove, se non si rinnoverà l’intera classe politica e la struttura delle riorità dei poteri trasversali del paese.
All’epoca, criminalità organizzata, politica, pressioni internazionali, servizi segreti, massoneria e magistratura, dopo essersi contrapposte in una guerra istituzionale senza precedenti, dovettero deporre le armi. L’uomo riappacificatore “nominato” fu “Silvio Berlusconi”. Nel bene e nel male, andava bene a tutti. Così, dopo qualche tempo, vene “fatto eleggere” dal popolo italiano.
Nessuno si scandalizzi, tuttavia, se oggi risulta particolarmente difficile pensare che la “politica” possa manifestarsi con questi rappresentanti: gli zombiee della prima repubblica e i fantocci della seconda.
Il vero Risorgimento Italiano, quello invocato dal Presidente della Repubblica, Luigi Scalfaro, nel suo primo discorso di fine anno alla nazione e poi richiamato nel 1994, avrà luogo solo quando “uomini nuovi”, portatori di VALORI e di “interessi nuovi” potranno scendere in campo per intervenire sul tessuto sociale del paese, sanando strappi decennali e rigenerando quel capitale sociale che, nonostante tutto, è il vero valore della società italiana e l’argilla da cui creare nuovi mattoni per la costruzione della nazione del futuro.
Questo è il momento a cui si riferiscono le Parole di Violante:
26 gennaio 1994: Silvio Berlusconi annuncia la nascita di Forza Italia e si candida contro la sinistra alle imminenti elezioni politiche.
27 marzo 1994: Forza Italia vince le elezioni politiche grazie all’accordo con la Lega di Umberto Bossi e Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini.
11 maggio 1994: Silvio Berlusconi è nominato Presidente del Consiglio dei ministri.
13 luglio 1994: il governo Berlusconi approva un decreto legge che vieta la custodia cautelare in carcere per una lunga lista di reati, tra cui la corruzione e la bancarotta fraudolenta.
5 dicembre 1994: Di Pietro firma “con la morte nel cuore” la lettera d’addio e si dimette dalla magistratura. Il 6 dicembre, chiusa la requisitoria del processo Enimont, si toglie la toga in tribunale.
22 dicembre 1994: la Lega di Bossi e i centristi di Buttiglione provocano la crisi e la caduta del governo Berlusconi.
Se siete curiosi di leggere un bollettino di guerra guardate la cronologia dei fatti accaduti nel 1992 e nel 1993, ripresi da libero.it che ringrazio.