Partiti. Ed è già football di livello

È partita bene la nuova stagione dei Giaguari Torino. Dopo un restyle di parte del roster e con un allenatore tutto nuovo, è arrivata l’ora di dare la caccia a quel prestigioso risultato che l’anno scorso si aggiudicarono i Lions di Bergamo al campo Primo Nebiolo del Parco Ruffini.

L’esordio, dicevamo, è stato positivo, nonostante un avversario insidioso che inizialmente ha anche messo in difficoltà Torino. Le Aquile di Ferrara, infatti, hanno segnato i primi punti in campo e si sono portate avanti con un netto 9-0. Ma è stato proprio a questo punto che i Giaguari, con una reazione da grande squadra, hanno cambiato marcia e hanno concluso con un ottimo 20-9 in proprio favore. L’unica nota negativa arriva dal grave infortunio patito da Francesco Ravotti: in uno scontro di gioco il centro si è fratturato il perone. Non resta che fare un grosso in bocca al lupo ed augurare una rapida guarigione.

Complessivamente, dunque, la prestazione è stata positiva e lo conferma anche il presidente Roberto Cecchi: “Le Aquile sono una bella squadra e l’anno scorso hanno vinto il campionato a 9. Hanno una tradizione importante, essendo una delle cinque squadre insieme a noi ad aver portato il football americano in Italia. Hanno disputato un’ottima partita e sono anche riusciti a passare in vantaggio 9-0 (grazie ad una saefty ed un touchdown NdR). Poi, quando noi ci siamo messi a giocare abbiamo raddrizzato la partita. Devo dire che mi piace il fatto che ci siano molti più lanci in questa stagione”.

Buona la prima, insomma. Anche il nuovo coach Ankney è rimasto soddisfatto: “Ha dato un ottimo feedback – prosegue Cecchi – ed è contento. I loro punti sono arrivati più che altro da errori nostri, ma non è facile mettere insieme una squadra in poco tempo. Il coach è un uomo competente con oltre quaranta anni di esperienza negli Stati Uniti. È diretto e chiaro: rende semplice qualsiasi cosa. Non usa giri di parole ed in campo, se ci sono problemi, prende una lavagnetta e spiega ciò che vuole”. Parole entusiaste. Ma per fare in modo che i giocatori scendano carichi in campo c’è anche bisogno di un incitamento e per quello ecco Cecchi: “L’allenatore fa il suo. I discorsi di carica li faccio io”.

di Edoardo Blandino

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