Partito comunista cinese apre ad alcune riforme

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Il partito comunista cinese sta tenendo in questi giorni il terzo plenum, avendo riunito a Pechino tutti i delegati per discutere di importanti riforme strutturali per il Paese. E notizie di interesse internazionale non sono tardata ad arrivare. La giornata di oggi, ultima della quattro giorni che ha impegnato tutti i 376 membri del Comitato centrale, ha portato con sé la notizia di un maggiore ruolo del mercato all’interno dell’economia cinese. “Il principale problema è di gestire correttamente le relazioni fra il governo e il mercato”, come recita il documento del plenum; ci sarà una “preponderanza dei settori economici di Stato”, al quale verrà lasciato il ruolo chiave, pur senza scoraggiare “lo sviluppo del settore non pubblico”. Una decisione chiave quindi, anche se i rumors degli ultimi giorni avevano parlato di una serie di “svolte storiche” impresse dal governo cinese, che tuttavia non ci sono state. Tuttavia un’apertura che potrebbe essere definita storica è stata comunque prospettata dal Comitato centrale: in futuro potrebbe essere abolita la legge che impone alle coppie di avere un solo figlio. La legge era stata emanata per cercare di contenere il tasso di crescita cinese, ritenuto troppo rapido, ma ha portato a più danni che altro, oltre a problemi di carattere prettamente umanitario (come la questione degli aborti forzati).
Altre novità potrebbero essere costituite da un’equiparazione tra persone residenti in città e in campagna, cosa che oggi non è possibile a causa della differenza dei permessi di residenza) e anche alcune novità sul piano della gestione della proprietà (che oggi è interamente pubblica, almeno formalmente). Ma il partito comunista cinese appare di fatto diviso nella frangia dei conservatori, guidati dall’ex presidente Hu Jintao e quella dell’attuale presidente Xi Jinping, più aperta verso delle modifiche alle politiche economiche del Paese.