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Partito Democratico per l’Opposizione. Un piccolo esempio

Creato il 15 febbraio 2011 da Frankezze

Partito Democratico per l'Opposizione. Un piccolo esempioIl giorno che papà fu arrestato per ricostruzione del partito nazista ad Ariano Irpino… il giorno che venne fuori che organizzava spedizioni per ripulire Grottaminarda dai sanniti (“Grottaminarda ai grottaminardesi!”)… il giorno che venne fuori che organizzava attentati per tenere i foggiani lontani da Lacedonia (“Lacedonia ai Lacèdoni!”)… il giorno che venne fuori che accumulava armi bianche per invadere la Basilicata e a colpi di forcone espandere l’impero irpino…

Il giorno che venne fuori insomma che mio padre era uno lucidissimo, lungimirante e soprattutto progressivo, arrivo Culatelli, da Piacenza, emissario del Partito Democratico per l’Opposizione, il Pdo.

E qui permettetemi di aprire una parente: erano 63 anni che perdevano le elezioni, qualunque tipo di consultazione: europee, politiche, regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali, rappresentanze studentesche, sindacali, concorsi canini… basta che si votasse e loro perdevano.

Clamorosa fu quella volta che dovevano scegliere la più troia di Frattamaggiore. Il Pdo questa volta per vincere facile fece l’endorsement per la candidatura di Luana Scannapuorco, nota alle forze dell’ordine nonché nemica di Wwf e Goletta verde perché faceva i bocchini a strascico anche durante i periodi di fermo biologico, con conseguente impoverimento dei fondali dell’hinterland napoletano. Ebbene vinse Annunziata Del Monaco, 15 anni e all’attivo solo una timida pomiciata con suo fratello maggiore, seminarista. La gente non si fidava di dare un riconoscimento così importante a una del Pdo.

Allora venne questo Culatelli a casa e ci dissi: “Culatè ma mio padre è un criminale”. E lui mi rispose che era in sintonia con la pancia del Paese. “Culatè ma è di destra destrissima, come fa ad allearsi con voi che ancora un po’ di sinistra siete?”. Mi rispose che entrambe eravamo due forze popolari e che potevamo fare un patto. “Culatè mio padre è un nazista”. Sì, mi concesse, ma era convinto che non per questo fosse razzista. Del resto, mi spiegò, nell’ultimo libro di Pansa era documentato chiaramente che Hitler fu tranquillissimo con i Sudeti. “Culatè, mio padre resterà in carcere per i prossimi 34 anni, che ve ne fate di un’alleanza con lui?”.

Allora mi rivelò che volevano ripartire da una grande coalizione con tutte le forze responsabili per tornare a governare il carcere di Lagonegro e poi da lì ripartire con una grande offensiva democratica lungo tutta la Basentana. Di lì, nello stretto giro di 56-59 lustri, si sarebbero assicurati il 40% del consiglio regionale della Basilicata. D’Alema ne era convinto.


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