Parigi, sabato 11 aprile 2015. Alle ore 21 c’è in programma la finale di Coppa di Lega allo Stade de France di Saint-Denis. Siamo in quattro ed abbiamo vissuto una piccola odissea per assistere alla gara del Paris Saint-Germain.
Già perché originariamente la gara del giorno doveva essere quella di campionato col Metz al Parco dei Principi ma caso volle che quello fosse il weekend della finale di Saint-Denis e che il match col Metz fosse spostato al 28 aprile. Muniti di biglietto, non ci resta che provare a piazzare i tagliandi di campionato sul web.
Preparati al weekend parigino a base di boulevard, bistrot e tutte le meraviglie che la capitale offre ma senza calcio, entriamo in uno store del Psg. Lì tra magliette, palloni e gadget viene forte la tentazione di esserci, di riprenderci il destino che ci voleva seduti a godersi una gara tra squadre di Ligue 1.
Prendiamo i biglietti online, siamo in alto ma abbastanza centrali, contenti dell’esperienza che vivremo. L’abbiamo fatta in Spagna ed Inghilterra, non potevamo mancare la Francia.
L’organizzazione è perfetta, stiamo a girovagare per i dintorni degli Champs-Elysees, poi rientriamo nel pomeriggio e ci incamminiamo per Saint-Denis. Serve mezzora di Metro, ma arriviamo puntuali e senza patemi. Nel frattempo per tutto il giorno abbiamo visto l’invasione dei tifosi del Bastia in città.
Per loro la finale è un evento raro, sono una piccola realtà e vogliono sognare la coppa. Lì vediamo ovunque, dai Campi Elisi all’Arco di Trionfo, dal lungo Senna fino alla metro che porta alla fermata di Saint-Denis. Sono un fiume biancoblù che colorerà lo stadio.
Stuzzichiamo qualcosa, ci schieriamo in fila indiana ed entro quindici minuti passiamo il tornello che ci porta agli scalini dello Stade de France. Non nascondiamo una certa emozione. Già da fuori, lo stadio dei grandi eventi francesi sembra enorme.
Quello stadio che ospita la Nazionale francese, sia di calcio che di rugby e che per noi italiani rappresenta una ferita ancora aperta con il rigore sbagliato da Di Biagio proprio contro i francesi. Qualcuno più tardi mi ricorderà la porta in cui accadde l’episodio diciassette anni fa.
Entrando lo stadio è proprio come ce lo aspettavamo. Imponente, ma non dispersivo come altri. Raccoglie i ventimila del Bastia alla nostra sinistra e i parigini dall’altra parte. Nel resto è prevalenza di supporters rossoblù ma in vari settori si mescolano tifosi di entrambe. Troviamo una bandiera rossa del Psg sotto il sedile, servirà a creare la coreografia del match.
Il pre-gara è un tambureggiare di musica e show di ballerini che creano il clima giusto per la partita. Arrivano le formazioni, nel Bastia riconosco qualche elemento più famoso, il resto sono giovani o gente di categoria che però non ho mai visto dal vivo. Nel Psg ci sono tutti o quasi i campioni che stanno vivendo una stagione straordinaria sotto la Tour Eiffel. C’è anche Ibrahimovic, al centro di critiche e squalifiche. Mancherà nelle prossime partite, in questa no. E si sentirà.
La partita sembra equilibrata, la nostra truppa ha lanciato qualche pronostico, uno di noi lo azzeccherà. Pastore, Ibra e Lavezzi hanno il compito di far male lì davanti. Dopo pochi minuti capitan Thiago Silva resta a terra per qualche minuto. Sembra grave ma si rialza. Al 18’ il match si fa in discesa per i parigini.
Lavezzi viene steso in area da Squillaci e per l’arbitro è rigore ed espulsione. Sul dischetto si presenta lui, Zlatan Ibrahimovic e in quel caso l’errore non è contemplato. 1-0 e gran delusione per i rumorosi ventimila del Bastia.
Da quel momento il Psg gestisce il vantaggio e la superiorità numerica. Senza fretta, sapendo di dover colpire la preda, gli uomini di Blanc prendono prima il palo con Lavezzi, poi è un capolavoro di Ibra a suggellare il 2-0. Stop di petto e destro al volo all’angolino basso per il raddoppio. Che spettacolo Ibra, chapeau.
La ripresa è solo accademia del Psg, entra Cavani e per il Bastia è la fine. Aurier pennella per la sua testa che trova il 3-0. Poi è ancora Ibra che nel frattempo trotterella per il campo e si prende qualche fallaccio dei corsi, a lanciare l’uruguagio che con un piatto destro trova il poker. Finisce così, senza se e senza ma. La capitale si illumina, partono i festeggiamenti, Thiago Silva alza la coppa e via al giro di campo.
Giusto il tempo di caricarsi per la sfida di mercoledi col Barcellona in Champions. Blanc vuole anche la Ligue 1, sarà un finale di stagione ad alta emozione per i parigini. Noi abbandoniamo lo Stade de France, contenti dello spettacolo di cui abbiamo goduto. Come si suol dire, Ibra e Cavani, lo stadio, l’atmosfera e la partita sono valsi il prezzo del biglietto. Arrivederci Paris.
Daniele Di Frangia