Fin da bambina ho sempre considerato Bormio la località montana per eccellenza. Forse perché le Dolomiti sono troppo lontane da casa mia o forse perché molti dei miei compagni di scuola passavano abitualmente in questa località dell' Alta Valtellina buona parte delle loro vacanze sia invernali che estive.
A Bormio ho messo per la prima - e unica - volta in vita mia gli sci con risultati a dir poco pietosi. A Bormio ho provato l'ebbrezza delle calde acque termali, conosciute fin dai tempi degli antichi romani, e il piacere di una passeggiata nel centro storico che è un vero gioiello. E in questi giorni da alcuni amici valtellinesi mi è arrivata la notizia di una manifestazione della quale non avevo ancora sentito parlare: la sfilata dei pasquali.
Come si può intuire l'appuntamento è per il giorno di Pasqua che quest'anno cade il 27 marzo. L'evento affonda le sue radici nelle tradizioni contadine e prende il nome da elaborate portantine denominate "pasquali" che i giovani del paese costruiscono nei mesi invernali mettendoci tutto il loro ingegno e la loro passione. Nei diversi quartieri si formano gruppi di falegnami, fabbri e artigiani che lavorano alacremente. Tutto è studiato nei minimi dettagli per cercare di creare il pasquale più rappresentativo.
La domenica di Pasqua gli uomini sfilano portando in spalla le portantine e le donne li seguono con fiori e piccoli prodotti artigianali tra le mani. Con loro vi sono intere famiglie e gruppi folcloristici, tutti vestiti con i costumi tradizionali. Una giuria stila una classifica tenendo conto del lavoro artistico e del significato religioso delle singole portantine. Finita la sfilata, i pasquali restano in mostra in Piazza del Kuerc (ufficialmente Piazza Cavour, la piazza centrale del paese) fino a Pasquetta.
Le prime testimonianze dei "pasquali", risalgono al XVII secolo quando a Bormio vi era l'obbligo di preparare e cucinare un agnello da distribuire in Piazza del Kuerc il giorno di Pasqua. Alla fine del XIX secolo fu introdotta la benedizione degli agnelli vivi e da qui nacque una sorta di gara tra i singoli quartieri - o "reparti", come venivano chiamati all'epoca - per adornare al meglio il proprio animale. Gli agnelli venivano adagiati su portantine di muschio per essere ammirati dalla folla e da lì si arrivò ai pasquali così come vengono celebrati oggi.
A Pasqua la stagione sciistica di Bormio non è ancora finita. Le giornate lunghe e soleggiate permettono agli appassionati di godersi le piste del comprensorio fino al 10 aprile. Quest'anno a disposizione degli sciatori c'è uno skipass unico plurigiornaliero che consente di sciare nei tre comprensori di Bormio, Santa Caterina Valfurva e San Colombano per un totale di 115 chilometri.
Io però agli sci io preferisco le terme: i Bagni Vecchi e i Bagni Nuovi. Un modo più comodo e più rilassante per godersi la montagna!
Foto di copertina: Jussarian
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