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Pasqua tra fiori di carciofo e ricette golose

Da Weesh_growing_ideas @Weesh_web

Cynara era una prorompente ninfa dagli occhi viola e i capelli di cenere vissuta ai tempi di Giove il quale, folgorato dal suo fascino statuario e dalle purpuree frecce di Cupido, decise di corteggiarla a oltranza. La mitologia greca la descrive fanciulla altezzosa e dall’orgoglio superbo e racconta che rifiutò con sprezzo l’appassionato innamorato, nonostante la nobiltà e ricchezza dei natali.

Più verosimilmente fu la fama di incallito dongiovanni e profanatore di tutto ciò che avesse un lontano sentore di alito vitale a spingere la vergine a mantenere le distanze dalla saettante e infedele divinità suprema. Comunque si svolsero gli atavici fatti, Zeus per tutta risposta, irritato e deluso dall’impertinente rifiuto, la trasformò in carciofo.

Una verde e spinosa pianta dagli appariscenti fiori pronti ad esplodere tra celestiali sfumature indaco. Cynara Scolymus è il nome d’arte ereditato dalla sfortunata ninfa, della cui fine ci rammarichiamo ma verso la quale nutriamo un irrefutabile debito di gratitudine per essere stata involontaria tramite dell’arrivo sulla nostra tavola del prelibato ortaggio.

Disintossicante e ricco di ferro, le sue proprietà benefiche e afrodisiache furono apprezzate anche da Caterina De Medici che, sposa di Enrico II, portò il carciofo in Francia insieme alla sua dote.

Saporito contorno del festoso periodo pasquale, lo assaporiamo oggi in svariate ed invitanti preparazioni. Una semplice e gustosa proposta ci viene offerta da una ricetta che affonda le sue origini nelle più antiche tradizioni contadine, con l’aggiunta di un pizzico di modernità.

Una scorta economica e appetitosa da conservare per placare improvvisi e golosi desideri o delizioso dono da offrire alla padrona di casa nel caso di un invito, accompagnato da un bouquet dai colori esuberanti e dalle forme insolite. Naturalmente confezionato con pittoreschi fiori di carciofo.   

Carciofini di Nonna Dida

Dopo aver mondato i carciofi, portare a ebollizione circa 2 litri di acqua salata e 250 ml di aceto.  Immergere i carciofi tagliati a spicchi sottili e cuocerli per 5 minuti dall’inizio del bollore.

Lasciare asciugare su un panno e riporli in un contenitore sterile arricchendoli con olio extravergine d’oliva, qualche spicchio d’aglio, rosmarino, origano e peperoncino fresco. Preoccuparsi di far uscire l’aria dal contenitore spingendo con la forchetta i carciofi conditi e consumare dopo due giorni, il tempo ideale per renderli saporiti e croccanti.

É possibile conservarli fino a trenta giorni, rimboccando all’occorrenza il recipiente con l’olio.

Bon Appètit!

Roberta Paoletti @FalloSapere

 


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