La cantavo alle elementari. Trentaquattro anni fa. Sticazzi. Son volati. Non dicevo sticazzi, allora. Alle elementari non dicevo parolacce. poi ho recuperato. Con gli interessi, credo. Non dicevo tante cose, a dir la verità. Non dicevo cosa provavo, ad esempio. Tenevo tutto dentro, e mi pareva di scoppiare. Adesso tiro parecchio fuori. e scoppiano gli altri.
Oggi, faccio cifra tonda. Son quaranta. Quarant’anni. Da bambina, pensavo che a quarant’anni uno fosse vecchio. Adesso, ne muore uno di 70 e penso, porello, se n’è andato presto.
Ecco una cosa che ho imparato, in questi quarant’anni. La vita è un punto di vista. E l’importante è la prospettiva
Guardo questi quarant’anni, e provo un senso di pacificazione. Mai l’avrei detto, peraltro.
Non tanto per ciò che ho fatto, o non ho fatto. Che non è ancora tempo di bilanci. Ma perchè li ho riempiti. Di cose, parole, facce, persone. Di storie, risate, pianti. Di amori, di perdite, di pensieri.
C’è di tutto in questi anni. Anni vissuti senza risparmio.
Lavorando troppo, correndo troppo, amando senza riserve, soffrendo senza difese.
Scrissi un post, tempo fa, le dieci cose che avrei voluto fare. E le farò. Senz’altro. So che le farò. Tutte nessuna esclusa. O proverò a farle. Perchè la vita va vissuta. Tutta. Senza riserve.
Perchè non si può amare al risparmio, vivere al risparmio, lavorare al risparmio. Bisogna dare tutto, sempre. E quando il serbatoio si svuota riempirlo, di nuovi sogni ed energie.
Happy Birthday to me.