Questo volume è il risultato del XII Seminario estivo residenziale della Sii (Società Italiana delle Letterate).
Il lavoro di raccolta è a cura di Annamaria Crispino, giornalista culturale, consulente editoriale, ideatrice e direttora della rivista letteraria “Leggendaria. Libri Letture Linguaggi”, tra le fondatrici della Società italiana delle letterate {Sii) e di Monica Luongo, giornalista culturale, esperta di donne e sviluppo e osservatrice elettorale, della redazione della rivista “Leggendaria. Libri Letture Linguaggi “e attualmente presidente dell’ Associazione Dea (www.donnealtri.it). E stata presidente della Sii.
Nella loro introduzione le curatrici si pongono due interrogativi: come è mutata l’espressione, la rappresentazione, del desiderio sessuale e amoroso nelle diverse generazioni? come vengono vissuti e raccontati i passaggi di età delle donne e degli uomini e le relazioni tra loro agli inizi del nuovo millennio?
“In che modo la letteratura ha raccontato e racconta i passaggi d’età, le relazioni tra donne, uomini e generazioni? l nati nella seconda metà del Novecento sono entrate/i nel terzo millennio con una aspettativa di vita molto più lunga e per le generazioni 2.0 il fenomeno è ancora più vistoso. Gli studi demografici e sociologici sono concordi nel segnalare che l’Occidente invecchia: le narrative e le rappresentazioni registrano l’emergere di una terza e quarta età con una distinzione, più labile che nel passato, delle diverse fasi della vita. Tanto che acquistano maggiore rilevanza studi e ricerche che, sotto !etichetta di “Age studies”, affrontano il fenomeno con un approccio multidisciplinare.
l saggi raccolti nel volume mettono a fuoco gli effetti della dilatazione del tempo biologico nel contesto sociale e culturale, la particolare e diversa dimensione simbolica che ciò assume per uomini e donne, le rappresentazioni dei passaggi di vita nell’arte e più in generale nel mondo delle immagini. Di particolare rilevanza appaiono le modalità stilistiche che scrittrici e scrittori utilizzano nelle narrazioni che affrontano l’invecchiamento come realtà che investe i corpi, le relazioni, la sessualità, gli affetti”.
È nello spazio, logico e discorsivo, tra queste due domande che hanno lavorato le autrici degli interventi raccolti in questo volume, frutto di una riflessione collettiva che intreccia diverse competenze: sociologia, filosofia, storia dell’arte, letteratura.
Gli interventi, delle studiose Annarosa Buttarelli, Chiara Carlino, Rita Cavigioli, Cristina Giudice, Barbara Mapelli, Edda Melon e Luisa Ricaldone, mettono in evidenza la rapidità’ in cui si muove lo scenario generazionale su cui i soffermano anche le curatrici che rilevano che queste trasformazioni hanno colto nelle donne le maggiori contraddizioni e i maggiori cambiamenti.
In particolare negli anni successivi al Sessantotto, in cui coesistevano ancora modelli tradizionali e conservatori nella famiglia e nella società, e negli anni Ottanta, quelli in cui si percepisce il cambiamento, lo stravolgimento dei modelli comportamentali nei due generi e nella famiglia.
Si verifica che in questi passaggi d’età, attorno ai vent’anni, le ragazze sono ancora impegnate nello studio e si muovono all’interno del nucleo familiare; nel passaggio ai trenta, o sono ancora coinvolte nello studio o sono in cera di lavoro e comunque un periodo che non può prevedere un progetto di maternità che, invece, può spostarsi attorno ai quarant’anni. La fascia delle cinquantenni può trovarsi a gestire un nuovo modello di libertà e, dopo avere cresciuto i figli, forse ha il tempo per occuparsi della manutenzione del proprio corpo. Le “sessantenni, le ragazze del Sessantotto e del primo femminismo, sono quelle della prima volta di molte esperienze prima precluse alle donne: studio, lavoro, professioni, libertà sessuale, famiglie allargate. Questa fascia di donne, vicina alla pensione o comunque già libera dai vincoli del lavoro fisso e o a tempo pieno, sono comunque impegnate in attività politiche, sociali o culturali a cui possono dedicarsi con maggiore libertà e tempo.
Dopo la terza età si affaccia oggi una fascia prima inesistente, inventata o da inventare, concretamente e simbolicamente, giorno per giorno. Quella della maturità tra la vecchiaia e l’età che segna senza scampo la decadenza: la quarta età.
Come cambia la scrittura negli anni? Anche la letteratura fa i conti con i cambiamenti dell’età? Ebbene cambia lo stile, lo stile tardo.
“Leggere tra le rughe di una scrittrice”.
Fra i molti e interessanti interventi, in quello di Chiara Carlino viene ben evidenziato questo diverso atteggiamento culturale nello stile di Colette per la quale, lo stile tardo, è emblema di un strategia di creazione espressamente elaborata per far fronte all’appassire d’un corpo in cui la vecchiaia e la malattia hanno compromesso l’ integrità e che si riappropria della sua agilità e uniformità scrivendosi e incarnandosi nel testo. Allorché il tempo indice nella donna il suo messaggio d’inesorabilità, la scrittrice fa della propria età uno stile, trasforma la sua pelle increspata in fogli di carta levigata trovando una fonte d’eterna giovinezza proprio in quella scrittura che ha disdegnato per la maggior parte della sua vita.
Sebbene non sia possibile attribuire un’età alla scrittura, l’età di una scrittrice influisce e agisce inequivocabilmente sulla sua scrittura. Nel caso di Colette la senilità produce una prosa tarda estremamente vitale, a tratti persino travolgente.
Gli altri interventi nel volume, tutti di grande e altrettanto interesse, sono dedicati a : La scrittura di Duras batte il tempo; Il Refungsroman come nuovo genere; Sette vite come i gatti; La vita umana delle donne; La vecchiaia femminile: raffigurazioni e autorappresentazioni.