Importante: aggiornamento luglio 2014
Ddall’entrata in vigore del Decreto Irpef il bollo annuale del passaporto è sparito Una buona notizia perché si elimina un balzello assurdo e incomprensibile che non esiste negli altri Paesi europei. Il mancato introito sarà compensato dall’aumento della tassa per il rilascio del passaporto (aumento che sarà compensato dal risparmio del bollo annuale). Il post seguente si riferisce alla situazione pre-abolizione (che, al momento, inizio giugno, non è ancora in vigore). Questo post resta a testimonianza di un’assurdità che per anni ha gravato sui cittadini italiani, una norma che nessuno sapeva bene come interpretare e che generava ansia e problemi in moltissima gente che si apprestava a un viaggio: basta vedere la quantità di chiavi di ricerca legate al passaporto dei visitatori del mio blog. Questa incertezza ha reso questo post – il più completo sull’argomento, più di quelli ufficiali – per oltre un anno il più visitato di gran lunga del mio blog. Ma lo mando volentieri in pensione. Assieme alla marca da bollo
Fonte: Polizia di Stato
Il terzo appuntamento sul mio imminente viaggio in Giappone è dedicato al passaporto. Per andare in Giappone non c’è problema di documenti: non serve visto e basta sia valido per 6 mesi dopo la data del viaggio. Però il tema non si esaurisce qui. Certo, preferirei raccontare i miei viaggi, i libri che amo o scrivere dei molti altri temi che tratto in questo blog. Ma mi sono reso conto che sul tema del passaporto c’è molta confusione e per questo mi sento in dovere di farci un post, anche per evitare pensieri e disavventure a chi mi legge. Gli aspetti nebulosi riguardano in particolare un tema: la marca da bollo da 40,29 euro. E anche dopo diverse ricerche e domande non sono riuscito a chiarire tutti gli aspetti.
So già cosa state pensando: “Non la controllano mai!” Era vero, un tempo. Conosco anche gente che pensava di farla franca tenendo la marca da bollo dentro il passaporto con una graffetta per anni. Ma non è più così. Per esempio a Malpensa la Finanza ha triplicato i controlli e le segnalazioni di irregolarità negli ultimi anni. Ed è così in tanti aeroporti. E sono in generale aumentati anche i controlli doganali (quindi occhio alle quantità consentite di prodotti).
Personalmente avrei potuto risparmiare molti, molti soldi ed evitare qualsiasi pensiero usando il mio passaporto britannico (ho la doppia nazionalità): la marca da bollo è infatti un assurdo balzello tutto italiano che non esiste in alcuna altra parte del mondo e che andrebbe abolito. Fra l’altro è impropriamente detto ‘tassa di concessione governativa’ (quando viaggiare all’estero è un diritto che non viene ‘concesso’ dallo Stato). Ora non mi azzardo a usare il passaporto britannico semplicemente perché temo che nei Paesi in cui ho già viaggiato (come Giappone e Usa) presentarmi con due passaporti diversi in differenti visite possa causare problemi (se avete esperienze in questo campo vi prego di scrivermi).
Comunque, per riprendere il filo, mi sono dimenticato, in passato, di mettere il bollo e vidimarlo. E così mi sono beccato una multa in seguito a un controllo. Io ho sbagliato e vorrei che non sbagliaste anche voi, anche se il tema è tutt’altro che semplice (e lo dimostra la grande quantità di post su forum, siti, blog). Man mano che troverò altri elementi (voglio chiedere all’Agenzia delle entrate) aggiornerò il post.
Provo a riassumere quanto so con certezza.
Piccola guida al passaporto
1) Quando va messo il bollo? Il bollo va messo negli anni in cui si viaggia all’estero, in paesi che richiedono il visto o timbrano il passaporto. Se in un anno non viaggiate in un Paese che richiede il visto non è necessario.
2) Dove si incolla? In una qualsiasi pagina con un po’ di spazio libero. Attenti a non sovrapporlo a un altro bollo o a un timbro.
3) Quando scade il bollo? Attenzione però – e qui le cose si complicano già – l’anno di validità è un anno legale: inizia e scade in corrispondenza della data in cui vi è stato rilasciato il passaporto. Quindi, se per esempio sul vostro documento c’è scritto 10 febbraio, il bollo scade il 9 febbraio di ogni anno. Faccio un esempio per un caso frequente: voi siete in viaggio in un Paese che vi vista il passaporto (come Giappone, India o Usa) dal primo al 15 febbraio. E il bollo, come detto, vi scade il 9 febbraio. In questo caso vi serviranno assurdamente due bolli. Il primo da vidimare prima del viaggio, il secondo va incollato nel passaporto e vidimato al ritorno (ma vi consiglio di chiedere all’atto del timbro del primo bollo se ve lo smarcano subito) perché dal 10 febbraio in poi sareste altrimenti ‘fuorilegge’.
4) Chi timbra? Per essere valida la marca da bollo deve essere vidimata (o timbrata, annullata, smarcata). Sulle nuove marche da bollo c’è la data, ma va timbrata comunque. So di molta gente che lo ha fatto a mano, scrivendo la data sopra alla marca e non ha avuto problemi. In realtà – così mi ha detto l’ufficio passaporti - non è regolare e la marca andrebbe timbrata in questura, ufficio passaporti di un commissariato o all’ufficio di polizia di frontiera all’aeroporto (non il check in, cercate proprio la polizia). Oppure alle poste (ma ho letto sul web di uffici che ultimamente si rifiutano) o all’Agenzia delle entrate. C’è anche chi dice dai comandi dei carabinieri che fanno le pratiche per il passaporto, ma non ho conferme. Comunque si può fare al posto di polizia in aeroporto.
aggiornamento luglio 2013
Per quanto possa sembrare strano al posto di polizia dell’aeroporto di Bologna un poliziotto, immagino sprovvisto del timbro, mi ha detto di convalidare il bollo da me, scrivendo a penna la data del giorno. Mi è stato confermato che in genere è ritenuta valida anche così.
5) E chi non ha pagato in passato? Quando la Finanza mi ha controllato il passaporto – ero in regola con l’anno corrente, ma hanno fatto tutti i conteggi anche sui viaggi passati - ho fatto questa domanda: se me ne fossi accorto, come mi sarei dovuto mettere in regola? Non me lo hanno saputo spiegare con certezza, né chiarirmi a cosa sarei andato incontro. In teoria mi hanno spiegato bisognerebbe andare all’Agenzia delle entrate e denunciarsi. Una volta lì credo che con un po’ di buon senso si possa risolvere il problema. Credo. Ma è anche possibile che si riceva una multa.
aggiornamento maggio 2013
Nei commenti Naevus descrive un’esperienza avvilente:
ho sentito una persona dell’agenzia delle entrate di BG, in teoria ‘ferrato’ sull’aspetto passaporti: non esiste nessuna legislazione sul come sanare i mancati bolli passati. suggerisce, a titolo strettamente personale, che in teoria vale la più generale legislazione sul ravvedimento operoso (che ignoro quale sia) ma alla fine si è concluso che mettere i bolli passati e farli smarcare ‘dovrebbe bastare’. la nebbia più totale
6) Si può partire se non ho la marca? Teoricamente nessuno vi può impedire di partire – e la Finanza quando mi ha multato è stata molto gentile e attenta agli orrari – e nessun Paese straniero vi farà problemi per la mancanza del bollo (ripeto, balzello assurdo tutto italiano). Però in linea teorica, se le autorità di frontiera in Italia vi trovano senza bollo potrebbero anche trattenervi abbastanza a lungo per farvi perdere il volo. Fidatevi, meglio essere in regola!
I ‘trucchi’ dei furbi (aggiunta aprile 2013)
Molti, sia nei commenti che su twitter mi raccontano il loro infallibile trucco. “Quando faccio scalo in un paese dell’Ue mostro in Italia la carta d’identità e il passaporto lo tiro fuori solo all’estero”.
Per esempio: vado in India via Francoforte. All’imbarco in Italia uso la carta d’identità e quando sono in Germania tiro fuori il passaporto.
Questo ‘trucco’ può funzionare qualche volta, ma non vi salva per due motivi.
1- I finanzieri non sono sprovveduti. Spesso, come del resto anche gli agenti della dogana che fanno controlli a campione, se andate a Francoforte o Amsterdam vi chiedono la “destinazione finale”, o “da dove arrivate” (è successo a me).
2- Visto che i controlli sono anche sugli anni passati (fino a tre, mi risulta) e io sono stato multato proprio per la mancanza di un bollo del 2010, la volta che prendete un volo diretto dall’Italia per un Paese estero – e se viaggiate tanto capiterà – dovrete usare il passaporto anche in Italia e rischiate grosso. A ‘fregarvi’ sono i controlli sugli anni passati. Non funziona, stop.
I controlli sono frequenti?
Ultimamente sono aumentati, specie nei periodi vacanzieri, ma dipende. La mia brutta avventura è stata a Malpensa, dove negli ultimi anni i controlli sono cresciuti moltissimo.
Conclusioni
Detto questo il mio intento non è ‘fare terrorismo’, ma raccontare la mia esperienza fare chiarezza su un tema su cui c’è grande confusione, incertezza e circolando leggende assurde. Davvero, ho letto di tutto.
Se qualcuno ha ulteriori delucidazioni o esperienze sono gradite nei commenti!
Aggiornamento 05/2013 Stando a Italia Oggi pochi mesi fa il precedente governo pensava di abolire il bollo. Non credo avremmo risparmiato viste le scelte dell’ultimo periodo, ma ne avremmo forse guadagnato in chiarezza. Purtroppo da allora non si sa più niente.
Link:
post sull’argomento sintetico ma molto chiaro (da Crocieramia.it)
Le marche da bollo (Nicola in Giappone) – post molto dettagliato, ma per alcuni casi, secondo me fuorviante: la marca va sempre fatta ‘smarcare’ autonomamente, non è vero che vale anche non timbrata
La pagina sul passaporto della Polizia (a mio avviso servirebbe una Faq sull’argomento)