Ma pecché, pecché ogne sera,/penzo a Napule comm’era,/penzo a Napule comm’è?!
Quanti di voi, ascoltando magari proprio Munasterio ‘e Santa Chiara, hanno pensato come sarebbe poter tornare indietro nel tempo e rivivere non soltanto la Napoli della propria infanzia, ma anche quella precedente alla propria nascita per guardare com’era una strada, com’è cambiata, come viveva la gente e come si vestiva? Questo, ahimè, non è possibile, ma su Facebook esiste il gruppo Napoli Retrò che con fotografie, dipinti e disegni d’epoca fornisce un supporto visivo a chi vuole sognare a occhi aperti, per esempio, di fare una passeggiata sulla sabbia di Napoli prima che con una colata a mare si costruisse via Caracciolo, di comprare un piatto di pasta dal maccheronaro o sedersi a guardare il Vesuvio con il pennacchio. Questa è un’intervista all’ideatore del gruppo, Gerry Sarnelli.
Per prima cosa procediamo alle presentazioni: chi è Gerry Sarnelli?
Un grande appassionato di storia napoletana dal 1734 al 1861 collezionista di monete, stampe e fotografie Napoletane e della Dinastia Borbone delle Due Sicilie.
Come le è venuta in mente l’idea di Napoli Retrò?
Navigando su Facebook ho notato quanto fosse forte la voglia di condividere aneddoti legati alla storia di Napoli e alle sue tradizioni. Essendo collezionista di stampe e foto antiche, per differenziarmi rispetto a gruppi più generici, ho pensato di crearne uno che attraverso immagini retrò, appunto, potesse nel contempo generare un archivio virtuale.
Quali sono secondo lei i motivi del successo che ha avuto?
Credo che il gruppo sia rimasto nel tempo coerente con la sua mission originaria, senza cadere nella trappola della rete che propone qualunque cosa. Un profilo alto, legato all’erudizione ma caratterizzato da una interazione costante e continua tra tutti gli utenti che in prima persona contribuiscono con foto, immagini, commenti, senza gerarchie. Il ruolo degli amministratori infatti è soprattutto logistico, e legato alla rimozione di spam o a moderare qualche intervento più acceso.
L’anima del gruppo sono i luoghi fisici, ma non sono l’unica cosa di cui dà l’immagine. Infatti si vedono foto di ciò che faceva parte della quotidianità dei Napoletani, come ad esempio vecchi venditori ambulanti o mestieri e negozi che non ci sono più: perché è importante recuperare la memoria di queste cose?
Potrei rispondere con la frase di Annibale Ruccello che coincide con la motivazione stessa del gruppo: “Chi nun tene ricorde, chi nun tene ppassat, nun tene manco dimane”. Non è semplicemente la nostalgia a muovere il gruppo. In ogni periodo storico ci sono state fasi alterne, periodi di miseria come di grande splendore, ma quello che traspare è il legame forte alla propria città e ai suoi costumi e il desiderio che torni a essere un riferimento culturale.
Chi sono i membri della comunità?
Non c’è un identikit preciso: dai giovani che sono interessati a scoprire le proprie radici e rivivere attraverso le immagini, i racconti di nonni e genitori, a chi, più adulto, ha aneddoti da divulgare facendo nascere confronti su quel rito o quell’abitudine; da chi, emigrante continua ad avere un filo virtuale con le proprie origini, fino a chi, pur non essendo napoletano, attraverso i post pubblicati scopre quotidianamente tante informazioni.
Nel gruppo vi è una cerchia di utenti molto attiva, che inserisce la maggior parte delle foto: da chi è costituita?
Capita semplicemente che ci sia chi ha più materiale, chi ha più tempo, o magari, ha piacere a vivacizzare il gruppo con post più frequenti.
Recentemente Napoli Retrò ha proposto una petizione per il recupero di alcuni cannoni borbonici abbandonati al molo San Vincenzo, dimostrando che il gruppo si è saputo dare uno scopo che non si esaurisce in confronti fotografici, ma che è anche di sensibilizzazione al problema della conservazione dei tesori di Napoli, cosa importantissima se vediamo come vari luoghi della città, anche strutture di interesse di culturale, oggi versano in stato di degrado: qual è il suo pensiero su tale questione, e quali sono i suoi auspici?
Lo stato in cui versano certe bellezze della città è sotto gli occhi di tutti. Potremmo vivere di turismo e non ne siamo capaci. Però sapere che c’è ancora tanta partecipazione da parte di napoletani che amano fortemente la città, con azioni reali, e non solo volgendo lo sguardo al suo glorioso passato, rende il gruppo un pulpito reale perché le energie siano dirottate verso qualcosa di fattivo per Napoli.
(foto tratte dal gruppo Facebook Napoli Retrò)