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Passeggiate londinesi, seconda parte: le facce di chi ne ha fatti di belli (libri)
Creato il 26 giugno 2015 da Consolata @consolanzaBe', queste le conoscete tutti. Sono Anne (n. 1820), Emily (1818) e Charlotte (1816) Brontë, ritratte dal fratello Branwell (1817), l'unico maschio della famiglia, alcolizzato e oppiomane. Anne, Emily e Branwell morirono tra il settembre del 1848 e il maggio 1849, le due ragazze di tubercolosi e Branwell probabilmente di delirium tremens. Charlotte sopravvisse fino al 1855 e morì di complicazioni dovute alla gravidanza, subito dopo il tardivo matrimonio con il coadiutore della parrocchia in cui il padre era parroco. In precedenza le due sorelle maggiori, Maria e Elizabeth erano morte di tubercolosi a nove e undici anni. Emily, non credo sia necessario ricordarlo ma mi fa piacere farlo, è l'autrice di Cime tempestose e Charlotte di Jane Eyre. Il ritratto è tutto cincischiato e scrostato perché la cognata di Charlotte l'aveva arrotolato e messo via, ed è stato ritrovato molti anni dopo la sua morte.
Questa invece, con i suoi begli occhi azzurri, è George Eliot (pseudonimo di Mary Anne Evans), autrice di Middlemarch, Il mulino sulla Floss e altro, ed è seppellita nel cimitero di Highgate est.
E adesso abbiamo due vip, due tipetti svegli. Lei è Mary Shelley, figlia di Mary Wollstonecraft, antesignana del femminismo, scrittrice e filosofa, e di William Godwin, filosofo, scrittore e politico, radicale e anarchico. A diciassette anni Mary fuggì di casa con Percy Bisse Shelley, che era già sposato, e ne ebbe una figlia. Dopo il suicidio della moglie di lui si sposarono, e lei è diventata famosa per il romanzo Frankenstein che ha dato origine a un personaggio che tutti conosciamo (e a quel capolavoro di Frankenstein Junior di Mel Brooks che tante volte mi ha salvato dalla depressione). Lui è nientemeno che George Byron con un'acconciatura che ci ricorda la sua adesione alla lotta per l'indipendenza della Grecia e la sua morte a Missolunghi.
Questi due, un po' melensi e neanche tanto belli, sono Robert Browning e sua moglie Elizabeth Barret Browning, quella che, nei Sonetti dal portoghese, ha scritto If thou must love me, let it be for nought /
Except for love's sake only. Coppia anticonvenzionale perché lei aveva sei anni più di lui e era inferma, vissero a lungo in Italia, a Firenze, dove lei morì nel 1861. Questo ritratto è piccolissimo, è facile non notarlo, ma rappresenta una delle scrittrici più note, più amate e più contemporanee di tutti i tempi: Jane Austen. E' un piccolo pastello fatto da sua sorella e forse è l'unico ritratto di Jane Austen fatto dal vero quando era in vita. Non vi offendo ricordando le sue opere, ma insomma almeno Mr Darcy lo devo nominare, che ci ha fatto sognare tutte (con la faccia di Colin Firth). A Jane Austen siamo in molti, moltissimi a dovere riconoscenza eterna per le belle ore trascorse sulle sue pagine.
Questo ritratto è piccolissimo, è facile non notarlo, ma rappresenta una delle scrittrici più note, più amate e più contemporanee di tutti i tempi: Jane Austen. E' un piccolo pastello fatto da sua sorella e forse è l'unico ritratto di Jane Austen fatto dal vero quando era in vita. Non vi offendo ricordando le sue opere, ma insomma almeno Mr Darcy lo devo nominare, che ci ha fatto sognare tutte (con la faccia di Colin Firth). Questi due, un po' melensi e neanche tanto belli, sono Robert Browning e sua moglie Elizabeth Barret Browning, quella che, nei Sonetti dal portoghese, ha scritto If thou must love me, let it be for nought /
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