Magazine Cinema
Origine: Germania, Francia, USA
Anno: 2012
Durata: 102'
La trama (con parole mie): Christine Stanford, direttrice di un'agenzia pubblicitaria a Berlino, è una donna abituata a gestire il potere ed esercitarlo, così come ad avere tutti - in ufficio come nel letto - ai suoi ordini. Isabelle James è il talento più cristallino del suo team, una ragazza che Christine traduce in un'occasione di carriera così come in una sorta di giocattolo e sogno erotico idealizzato.Quando quelli che apparentemente paiono normali conflitti lavorativi finiscono per trasformarsi in ossessioni e vendette, tra le due donne si innescherà un meccanismo mortale pronto ad oliarsi con il sangue di un omicidio apparentemente perfetto.Ma le cose sono davvero come sembrano? O qualcuno, dietro le quinte, ha finito per manovrare anche chi pensava di essere regista di una vicenda pronta a concludersi con un finale senza sbavature?
Occorre ammettere che, nonostante il tempo che passa ed una distribuzione non più in grado - o disposta - a supportarlo come meriterebbe, Brian De Palma continua a difendersi decisamente meglio di molti suoi anche più illustri colleghi, dedicandosi alla realizzazione e messa in scena di pellicole che è evidente quanto finisca per amare senza tradire in alcun modo quella che, di fatto, è la sua poetica voyeuristica ed elegante fin dalle prime affermazioni di una lunga carriera.Partendo da Crime d'amour di Alain Corneau, infatti, il regista di Newark porta sullo schermo una perfetta storia in piena De Palma's Way, circondando i consueti preziosismi tecnici con una cornice che ricorda i thriller di matrice hitchcockiana - del resto, il vecchio Hitch resta il Maestro ed il riferimento assoluto del buon Brian -, affiancando due protagoniste diversissime tra loro eppure insolitamente funzionali - non amo particolarmente Noomi Rapace, così come Rachel McAdams - e costruendo un crescendo di tensione e twist in grado di avvincere - seppur non convincendo fino in fondo - il pubblico dal primo all'ultimo minuto come di recente era stato in grado di fare Soderbergh con il suo Effetti collaterali, che in qualche modo ho trovato associabile - e non solo per genere - a questo Passion.Dunque, ad un'algida fotografia e passaggi d'alta scuola - le riprese del finale, lo splendido split screen affiancato al piano sequenza di poco precedente alla scena dell'omicidio - vediamo svilupparsi temi attuali ed importanti come le molestie sul posto di lavoro - siano esse sessuali o no -, una critica feroce all'Uomo come predatore senza morale ed un deciso sguardo all'anima nera che guida la nostra mano - e non solo quella - quando all'istinto di sopravvivenza si mescola il desiderio di qualcosa, o qualcuno.In questo senso, interessante notare come nessuno tra i protagonisti esca completamente pulito dalla vicenda, che spesso e volentieri pare quasi un complicato gioco delle parti all'interno del quale, inesorabilmente, tutti e senza complimenti lavorano in modo da colpire alle spalle chi sta loro attorno principalmente per un rendiconto personale, sia esso legato al denaro, alla carriera o al desiderio sessuale - anche perchè, di sentimenti, malgrado le complesse psicologie di Christine, Isabelle e Dani, pare davvero arduo parlare -, e che perfino nella figura dell'ispettore di polizia innamorato segretamente della sospettata principale trovano la conferma della debolezza e dell'oscurità che in quanto esseri umani portiamo in dote al mondo.Certo, non stiamo comunque parlando del miglior lavoro del regista - i gloriosi anni ottanta e l'ironia nerissima di Omicidio a luci rosse sono purtroppo ormai lontani - ed alcuni snodi della sceneggiatura paiono a tratti troppo facili - l'escalation giudiziaria a seguito dell'omicidio e la chiusura "onirica" su tutti -, eppure il piacere di osservare un grande al lavoro resta, anche perchè l'amore che De Palma continua a nutrire per Hitchcock traspare senza spocchia alcuna da ogni fotogramma, e se il risultato resta pur sempre quello di un epigono - di classe, ma un epigono - incapace di raggiungere le vette dell'originale, il piacere si sente, negli occhi come sulla pelle.A Brian De Palma continua, dopo decenni di onorata carriera, a non mancare la "passione".E fortunatamente, noi amanti del Cinema siamo sempre qui, pronti a prenderci un pezzo in più di questo stesso torbido, sanguigno, travolgente istinto.
MrFord
"In the bars and the cafes, passion
in the streets and the alleys, passiona lot of pretending, passion
everybody searching, passion."Rod Stewart - "Passion" -
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