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Inutile, quando in un album c’è lo zampino quel genio di Dan Swano (Edge of Sanity, Nightingale, produttore di una miriade di band, nonché uno degli inventori del melodic death scandinavo), questo non può che riservarci gradite sorprese ed ottima musica.
La WormHoleDeath si accaparra le prestazioni di questi Passion For Sorrow, band ceca al debutto sulla lunga distanza dopo un demo del 2009, ed il loro Rotting Immortality arriva sul mercato come un terremoto, prendendo le distanze dal symphonic gothic tanto di moda in questi tempi a favore di un approccio più oscuro, dark, drammatico, senza dimenticare che, si gira intorno al mondo del death metal e che, allora, si viaggia su di un carro armato di potenza, solo ammorbidito da scariche elettriche più melodiche e rallentamenti che rimangono ancorati ad atmosfere cupe ed intimiste.
Niente di nuovo, ci mancherebbe, le influenze dei nostri sono da ricercare (come per gli Ancestral Legacy, recensiti ultimamente) nelle band dei primi anni novanta; le sonorità come allora stazionano su di un death dai forti connotati dark-gothic doom, resi emozionanti dalle atmosfere che si fanno rarefatte ma mantenendo un’oscurità di fondo e un clima di pesantezza che aleggia su tutti i brani dell’opera.
Non uno spiraglio di luce esce dai solchi di queste nove composizioni, rese ancora più buio dall’uso della voce in growl, perennemente disperata e solo alleggerita da interventi puliti della female vocals che, se vogliamo, aggiungono ulteriore decadenza e melancolia ai brani in questione.
Le parti più death sono bene interpretate da tutta la band, con solos melodici e ritmiche che non superano la soglia di guardia, ma creano un notevole wall of sound attraversato da un tappeto di tastiere, mai troppo invadenti.
Ma la differenza su Rotting Immortality la fanno i numerosi interventi acustici, apprezzati dal sottoscritto per una vena dark/prog alla Opeth, ed uno spirito gothic doom che affiora in certe parti perfettamente incastonate nel songwriting della band.
Meno sinfonici e più diretti, mi hanno ricordato un paio di band olandesi: i Celestial Season, soprattutto, ed i primissimi The Gathering, quelli di “Always”, prima dell’avvento della divina Anneke.
Classico album nel quale tutte le canzoni meriterebbero una menzione, certo è che ascoltare, tra gli altri, brani come The Phantom, Lost, My Inspiration e The Day Death Left The Grave, riconcilia con il genere e noi, allora, non possiamo che portare agli onori della cronaca metallica questo ennesimo centro della Wormholedeath.
Tracklist:
1. Secrets of the Dark
2. The Phantom
3. Dark Seed
4. Lost
5. My Inspiration
6. World at the Abyss
7. Dying
8. The Day Death Left the Grave
9. Rotting Immortality
Line-up:
Fedor Furnadziev – Guitars,Vocals
Michaela Hagyari – Female Vocals
Robert Pilch – Bass,Vocals
Michal Peths – Guitars
Jan Hagyari – Drums