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Passione per le Polaroid

Creato il 28 ottobre 2013 da Nonnaso @NonnaSo

Agli inizi di questo blog, ho scritto molti articoli sui viaggi, sui racconti di viaggio e sulla fotografia di viaggio, e in uno di questi, uno dei miei migliori se mi posso permettere, avevo già parlato della mia passione per le “vecchie” fotografie, e per quel certo stile di foto che veniva espresso dalle Polaroid negli anni 70-80, e dal recupero digitale di siti come Instagram, al giorno d’oggi, che ripropongono i vari filtri Polaroid-style per pubblicare le proprie immagini sulla piattaforma, che a me fanno impazzire.

polaroid_300_1a

La maggior parte delle mie immagini su Instagram, ad esempio, se voi notate sono proprio in perfetto Polaroid style, e non di rado preferisco scartare l’immagine originale in favore dell’archivio e mantenimento delle copie elaborate, che finiscono immancabilmente per essere stampate, appiccicate al muro, e da me venerate per gli anni a seguire.

Ho proprio una passione, insomma, per le Polaroid, e di questo devo ringraziare (o visto che sta diventando un’ossessione, dare la colpa) il mio papà, che quando ero piccola non mancava di scattare milioni e milioni di Polaroid (come dice mamma: anche se costavano un occhio!), che conserviamo ancora quasi intatte in grandi scatole di latta dei biscotti danesi.

La cosa bella, è che con il tempo le Polaroid migliorano.

E che secondo me hanno un tocco di calore, personalizzazione, e vividezza che le fredde immagini digitali, scattate in serie e scartate con noncuranza come fossero noccioline, non mi sanno dare.

Si, lo so che la maggior parte della gente pensa che sia assurdo tornare allo scatto analogico, contato, costoso, quando tanta fatica si è fatta per arrivare allo scatto digitale: liberalizzato, libero, massificato. E tuttavia io non posso fare a meno di pensare alla bellezza e vividezza dei colori di uno scatto, unico, non nel suo genere ma proprio UNICO, ponderato, partorito dopo minuti e minuti di ricerca dell’inquadratura e del giusto filtro, e della luce.. come a un qualcosa di vivo, vivido, con un’anima, più di quanta ne abbiano comunque gli scatti fatti a caso puntando la macchinetta o lo smartphone qua e là, “tanto ne posso scattare quante ne voglio e poi butto quelle brutte”.

polaroid layout

Ecco, con la Polaroid questo non succedeva: la Polaroid si puntava, e ti faceva riflettere. E quando catturava qualcosa, era sempre qualcosa che “valeva la pena”, e per cui “sprecare” il dito sul pulsante di scatto, per immortalare e portare via con sé, un pezzo di quel mondo appena inquadrato con la lente della macchina.

Anni fa acquistai persino un libro, The Polaroid book, pieno di strane polaroid per cui mi inventavo titoli e citazioni, da aggiungere a margine, o in cui incollavo la mia personale versione di polaroid artistiche, come se si trattasse di un mio personale scrapbook, quadernino degli appunti, sulle Polaroid.

the polaroid book

Ho passato giorni in mansarda a cercare di capire se la vecchia Polaroid di papà funzionava ancora (e la risposta è: si, perfettamente, ha ancora inserita l’ultima cartuccia di pellicole – che ovviamente ormai si sono bruciate e sono scadute, e che quindi danno una serie infinita di Polaroid grigie, che non racccontano nulla.. uffa). Il problema è che quel tipo di pellicole sono andate fuori produzione da decenni, ormai, e se anche se ne trovano ancora – rarissime, in vendita su Ebay, su qualche negozio specializzato tipo Ilmacchia oppure sul sito di The Impossible Project - costano un occhio della testa.

Che fare dunque? La vecchia Polaroid di papà (la OneStep) è destinata a rimanere nel suo cassetto, come uno dei tanti cari ricordi della mia infanzia, e a giacervi lì inutilizzata, porcamiseria.

Polaroid_OneStep

Informandomi un po’ su internet, ho scoperto di non essere la sola con questa forte passione per la fotografia analogica, e per la Polaroid in particolare: siamo in tanti, tanto da nutrire un nuovo mercato e da spingere due grandi case di produzione (la vecchia Polaroid, che pochi mesi dopo aver chiuso la produzione di pellicole – ora riesumata in quegli stessi stabilimenti olandesi da The impossible project - ha rilanciato sul mercato una nuova instant camera, erede della ormai “spacciata” Polaroid classica, e la  Fujifilm) a rivedere il concetto di instant camera nell’era del digitale.

polaroid-300-instant-camera
Fuji-Instax_01

Questa la mia salvezza: il costo di entrambe le versioni si aggira partendo dai 90€circa (la Polaroid 300,  o le due instax 25 e instax 8 della Fujifilm, modelli base praticamente, smart camere instantanee dalle linee bombate e dai colori sgargianti che strizza decisamente l’occhio all’adolescenza) ai quasi 200€ dei modelli più professionali (una via di mezzo la Instax 210), per arrivare agli oltre 300€ del modello vintage ricostruito, la Limited Edition Polaroid SX-70.

Anche le pellicole, progettate e prodotte secondo un nuovo concetto a zero inchiostro (ZINK films, appunto) costano sulla 20ina di euro per 20 scatti (non che sia poco ma, come dicevo: la parsimonia e il ragionamento sullo scatto, gente!)

fujifilm-camera

polaroid_300

Personalmente, devo dire di preferire i modellini più economici e compatti, a quelli più sofisticati che diventano vere e proprie stampantine portatili di fotografie: primo perché sono carine da mettere in borsa, pratiche e maneggevoli e, anche se tutti si lamentano della bassa qualità delle foto, le foto “non pettinate” sono proprio quelle che voglio fare io. Sgranate, slabbrate, sovraesposte, che giocano con la luce: se vuoi fare le foto perfettine e precisine conviene che ti tieni la Ferrari delle digitali e non guardi nemmeno nella direzione delle care vecchie Polaroid, che bisognava saperle usare e valutare la luce, per fare delle belle foto, no??? Voglio dire, che gusto c’è a cercare di fare delle immagini che verrebbero comunque meglio in digitale, con una Polaroid nuova?

polaroid_full

E infine, ultimo ma non meno importante motivo: a me delle Polaroid piace proprio il concetto e il formato, mi piace LA CORNICE BIANCA! Mi piace che siano quadrate, con la linguetta bianca sotto da sfruttare per scrivere qualcosa, una dedica, una data, una frase che le renda un’opera, invece che una banale fotografia… a me la Polaroid piace così come era, e solo le fotocamere compatte mantengono l’impostazione di stampa così (anche se un po’ allungata verso il formato 10×15)!

Non ci crederete, ma sto seriamente facendoci un pensiero, ed è questo il mio primo inserimento nella lista dei regali per il prossimo Natale (con mesi in anticipo, si… comunque meglio che in ritardo!).

Tutto sta a resistere alla tentazione di andare da MediaWorld, dove è fuori in catalogo la Polaroid 300 proprio in questi giorni, o andare su ebay,amazon e compagnia bella..dove sono sempre in sconto…. e da che hanno visto che mi interesso, non fanno altro che spararmi sul pc banner e email pubblicitarie “a tema”, che già non sopporto più perché mettono il dito nella piaga!



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