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Pastore statunitense brucia un Corano, proteste da tutto il mondo islamico

Creato il 26 marzo 2011 da Andream
Pastore statunitense brucia un Corano, proteste da tutto il mondo islamicoTra terremoto ed emergenza nucleare nipponici da una parte e intervento Nato in Libia dall'altra, sembra aver avuto poca eco la notizia che il pastore statunitense Terry Jones ha dato alle fiamme una copia del Corano.
Qualcuno probabilmente ricorderà Jones e il suo «International Koran Burning Day»: l'11 settembre 2010 sarebbe dovuta essere, nelle sue intenzioni, la Giornata Internazionale del Rogo del Corano, il cui scopo sarebbe stato quello di «onorare coloro che sono stati assassinati [negli attentati dell'11 settembre]» e quello di «lanciare un messaggio davvero chiaro all'Islam, [...] che non vogliamo che provino a forzarci ad adottare la loro visione, in altre parole la Sharia». Vi furono proteste in tutto il mondo e alla fine Jones accettò di non bruciare il «libro sacro» dei musulmani.
Purtroppo Jones non è rinsavito e, con la collaborazione del predicatore Wayne Sapp, domenica 20 marzo ha organizzato l'«International Judge the Koran Day»: vestendo i panni di un giudice, ha inscenato un processo contro il Corano, al termine del quale l'imputato è stato dichiarato colpevole di crimini contro l'umanità; la pena è stata il rogo, con una copia del Corano che è stata immersa nel cherosene e poi data alle fiamme.

Pastore statunitense brucia un Corano, proteste da tutto il mondo islamico

Jones presiede al processo farlocco al Corano


Diversi Paesi hanno condannato l'atto:
  • il Pakistan ha deciso di sporgere formale protesta in tutti gli ambiti internazionali contro la «dissacrazione del Corano» a seguito di proteste inscenate dal popolo pachistano contro il rogo;
  • l'ambasciatore iraniano all'ONU ha affermato che il gesto di Jones è «blasfemo e ripugnante», che ha offeso i musulmani di tutto il mondo e che promuove la violenza;
  • il presidente afgano Karzai ha denunciato il rogo del Corano come «irrispettoso e abominevole», a nome proprio e di tutti i musulmani afgani;
  • infine, anche gli Stati Uniti hanno condannato il rogo del Corano e l'amministrazione Obama si è detta «molto preoccupata di tutti i tentativi deliberati di offendere membri di qualunque minoranza religiosa».
I cristiani pachistani si sono uniti alla protesta, bruciando un'effige del pastore e affermando che Jones non può essere considerato cristiano, in quanto il Cristianesimo insegna la tolleranza delle altre religioni. Il politico libanese cristiano maronita Samir Gagea ha condannato il gesto di Jones: ha chiesto all'amministrazione statunitense di tutelare la libertà altrui come quella di pensiero. Un gruppo sunnita pachistano ha chiesto la morte di Jones e il ritiro delle nazioni islamiche dall'ONU se questa organizzazione non dovesse condannare il gesto. Anche Hezbollah ha criticato il gesto.
Intanto la violenza si diffonde. Oltre alle minacce di morte ricevute da Jones, c'è da registrare un attacco ad una chiesa cristiana a Lahore: gli assalitori hanno accusato i «membri della chiesa di aver deliberatamente bruciato una trascrizione del Corano nella spazzatura sull'esempio statunitense».
Vorrei dire una cosa, e dirla chiaramente:Bruciare un libro è una cosa idiota, e Terry Jones è un idiota.
Vorrei dire un'altra cosa, altrettanto chiaramente:Esercitare la violenza perché qualcuno ha bruciato un libro «sacro» è idiota, e chi ha minacciato Jones di morte è un idiota.
Per altre considerazioni sull'assurdo diritto ad offendersi rivendicato dai credenti, rimando al mio precedente articolo «"International Koran Burning Day": libertà di religione vs. libertà di parola»; purtroppo non c'è molto da aggiungere a quanto scritto lì, perché gli attori di questa tragedia non sono maturati di una briciola.

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