Una frase del famoso Patch Adams nel film omonimo.
Non molto tempo fa sotto la richiesta di mio figlio maggiore abbiamo deciso di rivedere un film molto bello, sia per la bravura dell'attore, Robin Williams, sia per il contenuto. La presentazione cinematografica non si discosta dalla vera storia di quest'altro uomo straordinario sotto tanti punti di vista.
Se vi interessa di guardare il film cliccate sotto all'immagine sul titolo.
PATCH ADAMS
Questa persona prima di diventare famosa al punto da ricevere un premio per la pace, nel 1997, la laurea honoris causa in pedagogia dall'Università di Bologna, nel 2007 e un film in suo onore, ha conosciuto la disperazione e la sofferenza psicologica in modo così devastante che ad un certo punto della sua vita tentò il suicidio. Fallì in questa macabra ed assurda impresa e così decise di farsi ricoverare in manicomio per trovare una via di uscita.
Ancora giovane perse il padre per un infarto ed ironia della sorte proprio nel momento in cui stava scoprendo il rapporto con il genitore.
Con la madre si trasferì a casa dello zio ma qui iniziò a cambiare il suo atteggiamento nei confronti della vita e nei rapporti interpersonali diventando un ribelle anticonformista.
Ragazzo brillante dalla mente geniale non riusciva ad allontanarsi dalla sofferenza. Infatti poco dopo anche lo zio, che aveva quasi preso il posto del padre, muore e così Patch inizia a scivolare in un vortica di negatività.
L'esperienza al manicomio è il suo tocca sano. In stanza ha uno strano compagno che pieno di problemi conduce una non esistenza: è talmente preso dal senso di paura che non riesce a combinare nulla.
E' proprio la compagnia del fragile Rudy che fa comprendere a Patch il vero senso e valore della vita riempiendogli talmente il cuore di amore verso il prossimo che Patch lascia l'ospedale e decide di dedicare la sua vita ad aiutare le persone che soffrono.
Si iscrive all'Università il Medical College della Virginia. Non ha problemi per lo studio, ma comportamentali. In quei tempi, stiamo parlando degli anni '60 la classe medica era assai chiusa e severa e secondo Patch, questo atteggiamento distaccato ed altero che assumono i cosiddetti "camici bianchi" nei confronti del paziente non aiuta di certo la guarigione anzi..
Viene anche minacciato di espulsione perché troppo felice, ma questo sentimento non era un riso che abbonda sul labbro degli stolti ma il risveglio dal torpore che circonda la maggioranza di noi, compresi i medici, e soprattutto le persone malate che a causa del dolore pian piano ma inesorabilmente entrano in un tunnel che non fa vedere una luce.
Il discorso che pronunciò dinnanzi alla commissione che lo doveva giudicare per l'espulsione dal campus pronunciò un bellissimo discorso che diventò un punto cardine della medicina olistica. Terminati gli studi, con la laurea, dedica l'intera sua esistenza al prossimo a curare non la malattia in sé ma la psiche, perché egli è convinto che in una persona che soffre se la si aiuta a vedere le condizioni fisiche in modo positivo è più probabile che il fisico riesca a reagire portando magari anche una guarigione in tempi più veloci. Nel caso in cui la situazione è più grave, i terminali di tumore, il medico non può guarire ma può aiutare ad accettare il giungere della fine perché, effettivamente, dobbiamo ricordarci tutti che noi siamo qui di passaggio. Non si sa per quanto ma si può determinare, il come, nella maggioranza delle situazioni.
Ovviamente anche il dottore deve accettare che lui non è un Dio che non sbaglia mai e che ha soluzioni per tutto. egli è fallace come tutti gli esseri viventi e anche la medicina, che poi è scritta e fatta dagli uomini, conseguentemente è fallace anch'essa.
Come dice Adams, -" la medicina è uno scambio d'amore, non un business"-. Non è il rimedio da tutti i mali quello lo abbiamo dentro di noi ed è la nostra capacità di sorridere e ridere alla vita e anche alle sue negatività.
E' ovvio che nel momento della sofferenza, del male, del dolore questa capacità innata si anestetizza, ecco il compito del medico risvegliarla e mantenerla viva nei sofferenti.
Da qui nasce la famosa CLOWN-TERAPIA che, se vedete il film capirete cosa è.
Ricordo che quando il nostro primo figlio era piccolino siamo stai in ospedale dovevano capire il motivo per cui non riusciva a tenere il cibo e così rimanemmo una quindicina di giorni nel reparto di pediatria. Lui era piccolissimo aveva solo 7 mesi, ma lo portavo nella saletta comune quando, nel pomeriggio, arrivavano dei ragazzi volontari che ora vestiti da pagliaccio, ora normalmente facevano ritornare il sorriso sui volti bianchi e un po' spenti di quei bimbi che erano costretti a rimanere chiusi in quel luogo.
Ho apprezzato tantissimo questo modo di avvicinare e seguire la persona che soffre perché se da una parte la nostra medicina tradizionale aiuta a curare la malattia, almeno la maggioranza, dall'altra però è molto fredda ed impersonale e quando non si è al cento per cento, affetto ed empatia possono diventare strumenti necessari per cercare di riportare a miglior situazione una persona.
Una piccola curiosità: quando uscì il film il vero Adams si infuriò e non lo accettò perchè disse che la sua figura era stata travisata e resa quasi ridicola. Il film non ha reso appieno la sua missione che oltre ad essere quella di ridare vita ed amore è anche dare cure in uno stato dove l'assistenza sanitaria non è un diritto ma un optional. Egli infatti aprì un'ospedale, il Gesundheit, dove cura, ancora oggi, tutte le persone che non trovano assistenza in altre strutture. Si auto gestisce con propri fondi e sovvenzioni di persone buone. Inoltre disse che il vero Patch avrebbe girato i guadagni, 21 milioni di dollari, all'ospedale e non se li sarebbe intascati come fece il bravo attore Robin Williams.
Infine, nella lingua inglese, il nome Patch significa cerotto o medicazione
Sull'entrata dell'ospedale sono incise a chiare lettere queste parole:
Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insiemecondividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione.La salute si basa sulla felicità- dall'abbracciarsi e fare il pagliaccio al trovare la gioia nella famiglia e negli amici, la soddisfazione nel lavoro e l'estasi nella natura delle arti
Impegni permettendo domani vorrei parlarvi della medicina olistica. Spero di avervi interessato con questo mio articolo e se avete da raccontarmi vostre esperienze od opinioni ricordo che sono ben accette, anzi.
Grazie se avete dedicato una parte del vostro tempo soffermandovi in questo angolo di miei pensieri.