Fu nel 1947 che Paul Bowles si stabilì definitivamente a Tangeri dove, nel 1949, lo raggiunge la moglie Jane Auer. La coppia fu rapidamente circondata da buona parte degli europei e americani stabilitisi nella città dello Stretto di Gibilterra e, verso la fine degli anni ‘40, iniziò la lunga processione di figure letterarie iminenti, come Truman Capote, Tennesse William e Gore Vidal, affascinate dal carisma dei coniugi Bowles. In seguito, nel corso degli anni ’50, tutta la Beat Generation, da Allen Ginsberg a William S. Burroughs, passò da quelle parti. Paul Bowles nacque a Long Island nel 1910 ed ebbe un infanzia piuttosto solitaria e si rifugiò ben presto nella musica e nella letteratura, iniziando a comporre e scrivere a partire dai dieci anni. Dopo un breve passaggio all’università della Virgina, a Charlottesville, dove scoprì l’alcool, l’etere e le esperienze bisessuali partì per Parigi, dove venne in seguito lanciato da Gertrude Stein e Aaron Copland. Fu proprio Gertrude Stein, la Madonna di Montparnasse degli esiliati americani, la dichiarazione che i poemi di Bowles valevano poco. Iniziò la sua carriera di giovane uomo alla moda, un dandy/compositore di musica per Brodway e Hollywood, lavorando con Visconti, Dalì e Joseph Losey, scrivendo anche qualche novella. Sposò Jane Aurer nel 1938. Coppia curiosa che venne così giudicata da Stefano Malatesta su La Repubblica del 19 novembre 1999: “Si erano sposati prima della guerra, lui per sbarazzarsi definitivamente delle donne, lei degli uomini”. Cambiarono spesso luogo di residenza e poi, nel ’48 Tangeri divenne la base sia affettiva che pratica della loro vita. Tangeri era in quel periodo una zona franca ed era governata da un gruppo di 7 potenze europeee con USA e URSS, amministrata dalla Spagna. Era realmente una terra di nessuno, un interzona; contrabbandi, prostituzione, loschi affari, divertimento, sesso a buon mercato per qualsiasi gusto (se si pagava in dollari). I due vissero più in maniera autonoma che insieme, ognuno gestendo la propria vita secondo i desideri personali, senza mai insidiarsi, ma profondamente legati. Jane scrisse delle novelle e un romanzo che ovviamente soffrirono dell’ombra data dal marito. A Tangeri Jane conobbe una donna marocchina, Cherifa, venditrice di granaglie nel Soco Chico, di cui si innamorò follemente e che sarebbe diventata negli anni la sua convivente e carnefice, mentre lo scrittore iniziò a frequentare i ragazzi marocchini, intessendo negli anni a venire una relazione duratura con il pittore Ahmed Yacoubi (1929-1985) e in seguito con Mohammed Mrabet, un ragazzo marocchino da lui scoperto e lanciato, con successo, come scrittore. Fu precisamente nel ’47 a Fèz, soggiornando al Palais Jamai Hotel, che Paul Bowles scrisse, ispirandosi alla sua vita e a quella della moglie il libro “The Sheltering sky”, pubblicato l’anno successivo. A Fèz conobbe Ahmed Yacoubi che divenne il suo amante e intraprese nello stesso anno un viaggio avventuroso nel Sahara algerino, a Taghit, Tilmimoun e Adrar. In seguito Ahmed accompagno’ Bowles in America e in Asia, quando lo scrittore decise di acquistare l’isola di Taprobane. In seguito il giovane pittore divenne l’amante di Brion Gysin e negli anni ’70 sposò una giovane americana e si trasferi’ in USA, dove mori’ nel 1985. Il romanzo “The Sheltering Sky” venne tradotto in italiano con il titolo “Un tè nel deserto” e trasformato poi in un film da Bernardo Bertolucci. E’ storia il fatto che il romanzo divenne un libro di grandissimo successo e questo trasformò in parte la vita dello scrittore. Suo malgrado negli anni sessanta il libro divenne un cult, un icona osannato dai ribelli della Beat Generation e il borghese Bowles divenne la bandiera di questa rivolta, precursore del futuro stile di vita “on the road” di Kerouac. A seguire “The delicate prey”, “Let it come down” e “The spider’s house” nel 1955. Per Tennessee William compose la musica di scena per “Summer and Smoke”. Poi seguirono le traduzioni delle storie raccontategli da Mohammed Mrabet, arrivando alle traduzioni di Mohammed Choukri, autore dello splendido libro “Il pane nudo”, autobiografia che racconta la vita di un prostituto, drogato, carcerato e analfabeta che imparò a leggere proprio in carcere all’età di vent’anni. Il regista Kronemberg ne fece un film che, a mio giudizio, è un capolavoro. Nel 1969 la moglie Jane venne ricoverata in una clinica psichiatrica a Malaga dove si spense nel 1973. Gli anni successivi furono un susseguirsi di avvenimenti importanti; il 17 giugno 1989 i Rolling Stones raggiunsero Tangeri per registrare un disco con i Master Musician di Jajouka (musicisti di un piccolo villaggio rurale del Rif scoperti e registrati da Paul Bowles). Ne seguì un documentario della BBC con una intervista/dialogo tra Mick Jagger e Paul Bowles nella sua casa a Tangeri. Poi nell’ agosto del 1989 il party, che passo alla storia, per i 70 anni del miliardario americano Malcom Forbes, che possedeva una residenza spettacolare a Tangeri, il Palais Mendoub. Furono 800 gli invitati ospitati in tende berbere e lo scrittore ceno’ in compagnia del miliardario e i suoi due figli, Elisabeth Taylor e il principe ereditario del Marocco. Più di 600 marocchini vennero assunti per la festa e oltre 300 cavalieri berberi si esibirono nelle loro Fantasie, con un finale di fuochi d’artificio che diventò leggendario, come il prezzo del party: 2.500.000 $. Da quel momento Paul Bowles visse quotidianamente a Tangeri, diventando una figura quasi leggendaria della città, trasformandosi in un perfetto gentleman di altri tempi. Scrivere della vita di Paul Bowles è estremamente difficile essendo stata colma di viaggi, di scritture, di rivelazioni, di cose proibite e affascinanti. Un percorso che lasciò un segno indelebile al suo passaggio, anche nella piccola città di Asilah, dove lo scrittore possedeva una casa nella piccola medina affacciata sull’Oceano Atlantico, che ospitò, nel maggio del 1963, Tennesee William, che la prese a modello per creare la città di Cabeza de Lobo nel suo lavoro “Suddenly Last Summer” (Improvvisamente l’estate scorsa). La mattina di un ventoso 18 novembre 1999 Paul Bowles si spense in una camera dell’Ospedale Italiano di Tangeri, all’età di 88 anni. La sua salma venne poi imbarcata per Casablanca e invita a N.Y per la cremazione al Frank Campell Funeral Home di Manhattan. Il 14 febbraio 2000 il Memorial Paul Bowles venne eretto al Palais du Marshan di Tangeri e nel novembre dello stesso anno le sue ceneri vennero tumulate nel piccolo cimitero di Lakemont a New York. Finisce così la vità di un uomo che sollevò tempeste e gioie, un intellettuale che conobbe la solitudine profonda, l’amicizia senza schemi, la contemporaneità di una vita vissuta senza pregiudizi, barriere sociali o ipocrisie del sistema. Un individuo che ha fatto della sua realtà un sogno continuo, per i suoi lettori e i suoi detrattori.
“Non si considerava un turista, bensì un viaggiatore. E in parte la differenza sta nel tempo, spiegava. Laddove, in capo a qualche settimana o mese, il turista si affretta a far ritorno a casa, il viaggiatore, che dal canto suo non appartiene né a un luogo né all’altro, si sposta più lentamente, per periodi di anni, da un punto all’altro della terra. Un’altra importante differenza tra turista e viaggiatore è che il primo accetta la propria forma di civiltà senza discutere; non così il viaggiatore, che la paragona con le altre, e respinge quegli elementi che non trova di suo gusto.”
“The Sheltering Sky” – 1949