Paul Jenkins
All'inizio del duemila la Marvel navigava davvero in cattive acque. La casa editrice barcollava sull'orlo del disastro e della bancarotta finanziaria, e le vendite stavano attraversando una fase di stagnazione. Per tentare il tutto per tutto fu nominato un nuovo presidente, Bill Jemas, un uomo dalla personalità forte e provocatoria e, soprattutto, un non-appassionato di fumetti. La gestione di Jemas è tutt'oggi una delle più controverse e rimpiante tra quelle cui la casa delle idee è stata sottoposta, un periodo durante il quale poche regole sono state rispettate (basti pensare che fu proprio durante l'epoca Jemas che la Marvel lasciò definitivamente la Comics Code Authority, ma questa è una storia che merita di essere narrata a parte...).
Fu nel corso di questo periodo che il britannico Paul Jenkins narrò la storia forse più inattesa dai lettori, le origini del mutante canadese Wolverine. A rivelare alcuni gustosi retroscena inerenti la genesi di questa storia è lo stesso scrittore che nel corso di un'intervista pubblicata dall'ottimo sito iberico Zona Negativa racconta: "Mi fu chiesto di partecipare alla prima riunione editoriale indetta da Joe Quesada, che da poco era stato nominato Editor-In-Chief della casa editrice. Anzi, fu proprio Joe a chiedermelo. Sapeva che, tempo addietro e per diversi anni, avevo lavorato come editor e che avevo appena prodotto alcune serie di successo, come Inhumans. Quando arrivammo in sala riunioni, notammo da subito che alcuni editor era molto spaventati. Temevano le nuove idee. Erano molto nervosi. Il che era strano, si trattava di gente che lavorava in Marvel da molti anni, ciononostante erano impauriti e nervosi. In parte avevano le loro buone ragioni, perché in precedenza ogni volta che erano state convocate riunioni di questo tipo erano stati erano stati licenziati alcuni editor. Era spaventoso. Erano tutti molto tristi, convinti che noi stessimo andando in riunione con l'intenzione di congedarli.
Al mattino presto mi recai negli uffici della Marvel, Bill Jemas mi venne incontro e mi chiese la mia opinione. Gli dissi: "Non capisco perché quando si propongono nuove idee si ottengono sempre risposte negative. Lavoriamo in un mondo in cui non c'è alcun limite di budget per gli effetti speciali. Il nostro unico limite è la nostra immaginazione. L'immaginazione non dovrebbe mai essere limitata dalla paura o dalle preoccupazioni. Dovremmo poter fare qualsiasi cosa e non dovremmo porci alcun limite. A esempio, perché non possiamo raccontare le origini di Wolverine?" Bill aveva capito che cosa intendevo, e mi disse che si potevano raccontare le origini di Wolverine. Disse che c'era bisogno di fare cose nuove, e che la mia idea riguardo Wolverine gli sembrava buona.
Il giovane James "Wolverine" scopre di avere artigli retrattili
Ne parlammo con Joe Quesada, e la sua risposta fu inevitabilmente negativa. Un no pieno. Bill allora gli chiese perché non si potesse fare e Joe, che è una persona molto intelligente, ci pensò su qualche secondo e poi ammise che in effetti non c'era alcun motivo valido per non raccontare le origini di Wolverine. Fino a quel momento, a chiunque avesse proposto di raccontarle era stata data una risposta negativa, ma di fatto non c'era alcun valido motivo.Al pomeriggio ci fu l'incontro con gli editor e, come era prevedibile, tutti si dichiararono contrari. Ci dissero che se lo avessimo fatto avremmo stravolto in maniera irrevocabile il personaggio. Gli feci notare che dal punto di vista delle vendite il personaggio non se la passava benissimo. A soli venticinque anni dalla sua creazione a pochi davvero importava di Wolverine. Era diventato un personaggio noioso.
Infatti, la nostra idea alla base del progetto era molto semplice. Decidemmo di rivelare il suo vero nome, il luogo di nascita, come era da ragazzino e perché si era dimenticato del suo passato. Spiegare che aveva dimenticato ogni particolare del suo tragico passato perché dotato di un fattore di guarigione che, per proteggerlo dal dolore e per indurlo a superarlo, lo aveva spinto a dimenticare tutto. Si trattava di una storia molto semplice, e per questo fece presa sui lettori. E non facemmo perdere di fascino il personaggio".
Una delle bellissime ed evocative copertine di
Wolverine Origin
Illustrazione di Joe Quesada e Richard Isanove