Magazine Società

Paura della mafia cinese a prato

Creato il 09 agosto 2010 da Madyur
PAURA DELLA MAFIA CINESE A PRATO

Prato è controllata dalle auto di polizia, elicotteri volano e piombano sulle fabbriche. I controllati sono sempre loro i cinesi , la paura è la mafia cinese. Trecento controlli l’anno scorso, il doppio previsto per quest’anno. In queste zone esiste la paura del pericolo giallo , quindi la notizia di un blitz antiriciclaggio su scala nazionale ha conquistato tutte le prime pagine dei giornali locali. Sino a rimbalzare nelle pagine del Financial Times.

Operazione Cian Liu (“Fiume di denaro”) , l’hanno chiamata :8 regioni , un centinaio di indagati , 17 cinesi e 7 italiani arrestati. Oltre 3 miliardi di euro che, dal 2006 al 2009, hanno lasciato Prato per andare a ingrossare oscure casse cinesi. Tutto passavanei canali dei Money2Money , money transfer fondati e gestiti da un’organizzazione sino-italiana.

I soldi provenivano da reati diversi , dalla contraffazione all’evasione fiscale , dalla tratta di clandestini alla prostituzione. I media hanno parlato di mafia cinese.

Ma cosa vuole dire mafia cinese?

L’ipotesi maggiore prevede un coinvolgimento diretto delle Triadi nel nostro Paese. La Cina manifatturiera invade il mondo con le sue merci, quella criminale esporterebbe i suoi gangster in Occidente. MA non c’è un grande riscontro. L’ipotesi minore è quella dei cinesi che vivono qui da tempo e avrebbero ricostruito una struttura mafiosa.

I padroni del money transfer avevano pessime frequentazioni. Come Huang Qiyou , che era già stato coinvolto in un accoltellamento nel 2002 e la cui moglie , a bordo di una Porsche Cayenne , in tre mesi estivi aveva depositato 1.128.500 euro in un suo sportello di fiducia. Tutte le somme venivano spezzettate in tranche di non controllo. Per trasferire 100000 euro bisognava avere 50 nominativi diversi.

Liu Zhi Yuan, capo dell’Associna , che raggruppa i cinesi nati in Italia avverte che che i fornitori pretendono essere pagati in money transfer perché questo abbatte la burocrazia e la tracciabilità. Un metodo assolutamente illegale.

Il reato più ricorrente tra i cinesi d’Italia è l’evasione fiscale. Nelle carte processuali si trovano esempi eclatanti. Un titolare di un’azienda , che dichiarava 41 mila euro, è stata beccato con un borsone con 548 mila. Avrebbe evaso il 93%.

I soldi sono stati trovati dappertutto nei controlli : sotto intonaci dei muri , nei doppifondi dei letti e, in una singola azienda , 1,4 milioni in contanti nascosti dentro le borse in esposizione. Sono stati sequestrati 40 milioni , di cui più della metà erano in cartamoneta.

A Prato non vogliono sentir parlare Mafia cinese.

madyur

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :