Caro Edo, sicuramente tu non sai il peso che hanno per me le parole che mi hai detto stamattina.
Non puoi saperlo, non ancora, o almeno spero...
Non so come ti sia uscito, dove tu l'abbia sentito o che significato abbia per te ma mi ha spaventata tanto perché hai solo sei anni e se quest'idea sta già prendendo forma dentro di te non so dove arriveremo...
Stamattina abbiamo litigato perché come ogni mattina ti sveglio alle 7.20 e ci metti fino alle 8.05 prima d'iniziare a fare colazione. Te ne stai lì seduto in cucina, davanti alla tazza, frignando e ripetendo all'infinito che sono cattiva, che ti devo lasciar dormire, che hai tanto tanto sonno.
Viviamo a 7 minuti a piedi da scuola, ci basta uscire alle 8.20 per essere in orario ma non c'è verso, ogni mattina ce la dobbiamo fare di corsa.
Stamattina ho cercato di svegliarti nel migliore dei modi: mi sono infilata nel letto con te, ti ho coccolato, ti ho raccontato di cose piacevoli che avresti fatto oggi ma niente è servito. Per me è inconcepibile sia perché mi sveglio sempre (e da sempre) con il sorriso, sia perché odio arrivare in ritardo, sia perché ti metto a letto ogni sera prima delle nove quindi non mi sembra una tragedia svegliarti alle 7.20, soprattutto se poi il sabato e la domenica sei in piedi prima delle 7. Cerco di essere comprensiva, di convincermi che non tutti hanno lo stesso buon rapporto che ho io con il risveglio ma c'è un limite a tutto, non si può ripetere la stessa scena ogni mattina.
Stamattina mi hai chiesto "ma tu volevi farmi nascere?" e per me è stata una pugnalata al cuore; poi hai rincarato la dose e mi hai detto "mi faresti nascere ancora?"
So che tu non sai cosa implicano per me queste domande ma mi ferisce che tu possa anche solo lontanamente mettere in dubbio quanto ti ho amato e desiderato fin dal primo istante che ho saputo che eri dentro di me.
Ti farei nascere altri mille milioni di volte, spero che tu lo sappia e che non lo metterai mai in dubbio.
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