PAVIA. Agitazione fra schieramenti opposti prima del consiglio.

Creato il 31 marzo 2015 da Agipapress
PAVIA. Il Comune è la casa dei cittadini. O forse no. Quanto accaduto ieri sera al Mezzabarba lascia presumere che il sacrosanto diritto di manifestare la propria opinione in consiglio comunale sia venuto meno.
Si potrebbe pensare che la giunta targata Pd non veda di buon occhio le colorite manifestazioni del pensiero degli attivisti di CasaPound e di Forza Nuova ma questa è solo un aspetto della questione. 

Ciò che resta del consiglio comunale di ieri sera è la sensazione che la libertà di pensiero dei cittadini sia vincolata alla burocrazia politica.
Andiamo con ordine.

Una delegazione Anpi e Pavia Antifascista si è presentata ieri sera alle porte della sala consiliare per manifestare ed esprimere il proprio dissenso alla reiterata concessione di spazi pubblici ai militanti di Forza Nuova.
Lo scorso sabato, in effetti, Forza Nuova ha allestito un banchetto sotto i portici di corso Cavour per raccogliere le firme contro la legge regionale sull'assegnazione delle case popolari, che a loro avviso dovrebbero spettare prima agli Italiani.
Parecchia determinazione fra i "compagni" antifascisti, pochi i risultati.
Tutto ciò che hanno ottenuto, attraverso l'intercessione del consigliere M5S Giuseppe Polizzi, che aveva presentato un ordine del giorno sulla concessione di spazi pubblici all'antifascismo, è stata la calendarizzazione di questo OdG per il prossimo consiglio comunale. Nessuna discussione, nessun confronto. Almeno con le istituzioni.
L'arrivo di alcuni esponenti di Forza Nuova ha spinto invece gli agenti di Polizia Locale di turno al Mezzabarba a chiudere le porte della sala consiliare "per ragioni di sicurezza".
Durissima la reazione dei "camerati", che hanno accusato ripetutamente il presidente del Consiglio Antonio Sacchi di aver sbarrato la porta impedendo loro di assistere all'imminente dibattito sulla sicurezza in città in qualità di "liberi cittadini".
"Siamo sempre rimasti in piedi - ha protestato Luca Oriani in risposta all'invito del presidente Sacchi ad andare ad accomodarsi nella saletta con il maxischermo per la visione del dibattito - credo che un buon presidente dovrebbe occuparsi di ciò che accade in aula anziché di controllare chi è in piedi e chi è seduto".
"Vi ho dato la parola" ha ribadito con convinzione Sacchi, prima di ritornare in aula e avviare la discussione sulla sicurezza. Una discussione che, però, non ha visto al centro dell’attenzione chi insicuro non si sente da molto: i cittadini pavesi.
a cura di Serena Baronchelli

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