E così Rodolfo Faldini ha presentato, annunciandolo in una conferenza stampa convocata d’urgenza a Palazzo Mezzabarba, una mozione con cui chiede alla giunta di impegnarsi a svolgere un’opera di raccordo con l’ANCI, la Prefettura, la Questura ed il Governo interessando i parlamentari pavesi, perché si possa trovare una soluzione e rendere più agevole l’operato dei Comuni. Il caso di Pavia, infatti, non è certo isolato, ma occorre decidersi e fare in fretta perché, lascia capire Faldini, la situazione è esplosiva.
“I minori si capisce, sono esuberanti e in sovrannumero e non possono uscire dal villaggio a meno che qualche adulto non li accompagni, mentre le famiglie desiderano tranquillità e privacy; i ragazzi vogliono lavorare, divertirsi ed uscire come è comprensibile per la loro età, si lamentano per il vitto a loro dire scarso, e poi, sono veramente tanti – prosegue il consigliere Faldini che in giornata ha postato un proprio intervento sul suo sito -. Le condizioni di igiene non paiono essere ottimali è da ciò che abbiamo potuto ascoltare dagli adulti, anche la coabitazione con i nuclei familiari non è idilliaca. I minori sono quasi tutti di nazionalità egiziana, in prevalenza da Assiut, località del centro Egitto e non vogliono sentir parlare di tornare nel loro Paese, cosa che non si può fare senza il loro consenso, perché coltivano il sogno di trovare l’America qui in Italia”.
“Seguono due volte a settimana corsi di italiano, con poco profitto in quanto solo con uno di loro, rispetto ai 20 che mi hanno circondato, son riuscito a malapena a scambiare qualche parola. Se non ci fosse stato un adulto egiziano a tradurre, sarebbe stato difficile comunicare e capire il disagio e lo scoramento che i loro volti trasmettevano”.
C’è però anche una pesante situazione economica che deve essere affrontata, come Faldini aveva ricordato in Commissione prima e poi in consiglio: oltre ai 47 ragazzi ospitati al Villaggio San Francesco ce ne sono altri 20 o poco più ospitati in Comunità e per quella collocazione il Comune paga circa 100 euro al giorno per vitto e alloggio.
Per i 20 o più ragazzi ospitati nelle comunità, la città di Pavia paga quindi 2.000 euro al giorno, quindi 60.000 euro al mese e potenzialmente 720.000 euro l’anno, e a fronte di un bilancio di 100 milioni è decisamente una parte pesante quella che viene impegnata per questo intervento.
“Occorre muoversi subito e non subire – conclude Faldini – occorre coinvolgere le altre municipalità ed il Governo chiedendo di rendere da subito efficaci gli accordi bilaterali del 2010 che prevedono interventi in Egitto con imprese italiane per scoraggiare i flussi migratori. I quattrini vanno spesi in Egitto e non Italia per assistere per 2 o 3 anni i minori egiziani senza prefigurare futuro in un Paese che è allo stremo già di suo senza sobbarcarsi l’emergenza migratoria africana. Non sono animato da intenti discriminatori ma di buon senso".
"Negli ultimi giorni, dopo la visita del Console egiziano in Municipio e al Villaggio San Francesco, sono arrivati altri tre ragazzi egiziani - aggiunge il consigliere Faldini - e se pensiamo che il console era venuto per chiedere ai ragazzi di scoraggiare ulteriori arrivi, possiamo pensare che sia stato tutto inutile e che ne arriveranno altri. I ragazzi vanno aiutati a casa loro anzitutto perché le famiglie non debbono essere smembrate per andare a cercare fortuna chissà dove e anche perché qui in Italia, e soprattutto a Pavia, è difficile accoglierli e mantenerli. Non siamo attrezzati a questo scopo e il Villaggio San Francesco non è il luogo idoneo per ospitare questi ragazzi per mesi se non per anni".
"Il Centro sta esplodendo così come sta capitando in altri centri di accoglienza, e Lampedusa insegn - commenta Faldini -. Non vorremmo mai che Pavia avesse anche lei la sua piccola Lampedusa. Sindaco Depaoli e assessore Moggi, svegliatevi e agite!”